Il Covid-19 attacca la pallanuoto, la “zona” della FIN sembra non bastare…

di Giovanni Saeli

Di Giovanni Saeli

Cinque giocatori positivi nel giro di 24 ore, Serie A1 rinviata di due settimane ed un campionato che vuole iniziare senza la sicurezza di essere completato. E’ questo il risultato dei concentramenti di una Coppa Italia che anno dopo anno diventa sempre più inutile e fine a se stessa.

Lo Cascio, Del Basso, Di patti (Telimar Palermo), Del Lungo, Di Somma (Brescia). Una lista temporanea di positivi che è destinata ad allungarsi considerando i tanti contatti ristretti visti durante le partite di Coppa Italia degli scorsi weekend. Di sicuro non c’è da stupirsi se il Covid-19 è tornato, anzi, non se n’è mai andato ma il problema reale sembra essere il protocollo FIN anti-Covid19 utile a contrastare l’avanzare della pandemia ed allo stesso tempo garantire la continuità sportiva.

I problemi ed i paradossi nella gestione delle partite sono tanti: agli spogliatoi separati e le distanze tra compagni di squadra in panchina si contrappone il contatto ravvicinatissimo di occhi, bocca e naso tra giocatori di ogni parte d’Italia.

Ma il vero problema nasce nel momento in cui un giocatore risulta positivo al Covid-19 poichè, a differenza del protocollo utilizzato dalla massima serie calcistica della FIGC che prevede solo la quarantena per il giocatore positivo e l’obbligo di tamponi per tutti i contatti diretti, la pallanuoto affida la gestione sanitaria alle autorità sanitarie competenti che nella maggior parte delle regioni impongono la quarantena fiduciaria ai giocatori positivi ma anche ai compagni di squadra risultati negativi al tampone.

Considerando che sempre più giocatori si infetteranno e i 14 giorni di pausa forzata previsti per le squadre con positivi nel proprio roster, la Serie A1 sembra fortemente a rischio. Adesso ci si aspetta una forte presa della Federazione Italiana Nuoto, con il presidente Barelli (fresco di rinnovo) che non può più marcare a “zona” questo virus. Servono contributi economici immediati alle squadre, visti i tanti fondi già spesi per contrastare il Covid ma sopratutto serve una federazione più presente che abbia il coraggio una volta per tutte di prendersi delle responsabilità decisionali.