Ripartire dopo l’emergenza coronavirus in modo da potere programmare al meglio i progetti per il futuro.
E’ questa la ricetta alla base della candidatura al consiglio regionale della FIPAV di Roberto Mormino, già ex presidente territoriale della federazione. Oggi il rappresentante della pallavolo isolana si è posto a sostegno della candidatura presidenziale di Giuseppe Gambero, candidato opposto al presidente della Seap Dalli Cardillo Aragona Nino Di Giacomo.
L’appuntamento con le elezioni federali in Sicilia si terrà intorno alla fine di febbraio.
Presidente, intanto grazie del suo tempo. Cosa ha mosso la sua candidatura al consiglio regionale?
E’ da trent’anni che sono nel mondo della pallavolo. Ho fatto quattro mandati da vice-presidente ed altrettanti da presidente. Era giusto lasciare spazio ad altri e muoversi verso altri obiettivi, come il consiglio regionale.
Perchè sostieni Giuseppe Gambero come presidente regionale?
Innanzitutto sia io che Gambero veniamo dalla base. Lui è il presidente territoriale di Catania e io di Palermo. Entrambi ci siamo alzati dalla sedia per trovare un’alternativa. Abbiamo concordato che il presidente lo facesse lui in questo quadriennio per vedere poi cosa sarebbe successo dopo.
Quali sono i progetti per il futuro?
In questo momento, i progetti sono molto aleatori. Fin quando non riusciamo a ripartire con la pallavolo giocata è un problema grosso, legato a tante cose. Dalla disponibilità delle palestre scolastiche a quella degli impianti sportivi. A marzo è da un anno che in pratica non c’è gran parte dell’attività pallavolistica e dell’attività sportiva in genere su tutto il territorio siciliano. Il primo obiettivo è quello di ripartire, quando ci saranno le condizioni.
La Serie B ricomincerà il 23 gennaio, a seguire a febbraio dovrebbe iniziare la C. Per i campionati giovanili, sono stati equiparati a quelli nazionali e quindi si ci può allenare, ma le formazioni che lo possono fare sono poche, anche a causa dell’assenza di impianti disponibili.
Il nostro bacino d’utenza degli impianti sportivi è quello delle palestre scolastiche, che è venuto a mancare almeno per il 90%. A Palermo sviluppiamo qualcosa come 1600 partite all’anno, che oggi non si sa dove andarle a giocare.
Esiste una comunicazione funzionale fra le federazione e gli stakeholder comunali a suo parere?
La comunicazione c’è. Il problema è che tutti i direttori didattici hanno detto che le palestre non sono utilizzabili. Da un certo punto di vista li capisco: se non c’è la scuola aperta, come fai a dire l’impianto è disponibile. Si era pure paventata l’ipotesi di giocare all’aperto, ma lì è difficile, perchè bisognerebbe trovare zone e situazioni adatte. Siamo sempre con il punto interrogativo, anche alla luce dell’emergenza coronavirus.
Sui programmi, l’obiettivo è ripartire. E poi?
Tornare nelle scuole, organizzare qualche manifestazione. Ricominciare anche con l’attività nazionale. Nel 2019 abbiamo ospitato la nazionale russa U20, giocando due partite, una a Bagheria e una a Villagrazia di Carini, con un grosso successo di pubblico. La voglia di pallavolo c’è. Purtroppo non avendo un impianto adeguato, non ho potuto chiedere manifestazioni come ad esempio la preolimpica.
Lo scorso anno avevamo preso la finale nazionale under 14, che avrebbe previsto la partecipazione di 24 squadre provenienti da tutte le Regioni. Chiaramente è saltato tutto causa covid. Avevamo tutto pronto: fra alberghi ed impianti. Sarebbero stati sei giorni di pallavolo piena. Ora abbiamo preso il programma dell’under 15, si dovrebbe giocare a luglio. Speriamo che tutto vada per il meglio.
Alle elezioni federali si affiancheranno a breve le elezioni amministrative. Come ti porrai da rappresentante della federazione in caso di vittoria?
La federazione si tiene sempre estranea ai fatti politici, si limita a discutere di si. Spero di avere dei confronti proficui con i vari candidati, in modo da capire i loro progetti per lo sport e per la pallavolo.