MobilitAsr: secondo appuntamento del 10 febbraio, tema movimento e spazio
di RedazioneAmbiente e Territorio13 Febbraio 2021 - 10:26
La seconda giornata di Mobilitars, il simposio formativo digitale dell’arte della gestione della mobilità urbana, tenutosi il 10 febbraio, ha risposto a due argomenti molto importanti, il primo riguardante l’attività fisica e la mobilità attiva comprendendone i costi e le opportunità e il secondo tema, di ripensare alla forma dello spazio urbano per la salute pubblica. La sedentarietà, in Italia purtroppo caratterizzava lo stile di vita di molte persone già prima della pandemia, con costo stimato di 12,1 miliardi di euro. Il lockdown, ha fatto scoprire in molti il valore dell’attività fisica, come valvola di sfogo, ma soprattutto come unico metodo per mantenersi sani a livello psicofisico. Quando terminerà questo periodo e la nostra società ripartirà, non si potrà ritornare alla stessa vita di prima, perché dovremo essere più in salute e ammalarci di meno, per lasciare le cure mediche a chi ne ha davvero bisogno, concentrare gli sforzi economici nella ricostruzione ed evitando di pagare costi sociali per l’inattività fisica. Ne ha parlato Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari e delegato ANCI (Associazione Italiana Comuni Italiani) al trasporto pubblico locale e traffico urbano. Il tema dell’attività attiva e al ripensamento degli spazi all’interno delle comunità urbane sono molto simbiotiche. Il costo economico sociale della sedentarietà in Italia è di circa 12 miliardi e tra gli adolescenti italiani c’è la più alta percentuale di obesità. Il consiglio è quello di trasformare le città in palestre a cielo aperto, favorite anche dal clima che abbiamo. Ripensare gli spazi pubblici e così cambiare l’approccio culturale, ma soprattutto creare programmi in cui si cambino le abitudini alimentari. Ospite anche Filippa Lagerbäck, conduttrice televisiva e influencer sulla sostenibilità ambientale, schierata da anni contro i cambiamenti climatici e sospesa tra due paesi di approccio culturale differente nei confronti dei bambini, Svezia e Italia. Scegliendo di vivere e far crescere sua figlia a Milano si sente in colpa perché lei è cresciuta a Stoccolma in mezzo alla natura. Ma a sua figlia, sin da piccola le ha insegnato a pedalare dietro di lei e Filippa è impegnata alla partecipazione della vita associativa della città. Secondo Filippa la chiave sta nel cambiare la visione incentivando le persone attraverso la bellezza, la positività, la gentilezza. Barbara De Mei, Ricercatrice presso Istituto Superiore di Sanità, ha affrontato il tema della sedentarietà come promozione per la salute e per la qualità della vita. Le malattie croniche sono responsabili del 71% dei morti ovvero 41 milioni di morti per lo più premature sotto i 60 anni. L’insufficienza dell’attività fisica è data soprattutto nel trasporto, le persone usano mezzi troppo comodi per spostarsi in città. Ma bisogna far capire che il benessere fisico è qualità della vita quindi è stare bene. Praticare attività fisica regolarmente aiuta anche le relazioni sociali, migliora il grado di soddisfazione personale, ha un ruolo protettivo per lo stress, mantiene il peso corporeo e mitiga patologie croniche.
Lo ricorda anche Giacomo Biasucci, Direttore del Dipartimento Materno Infantile, AUSL Piacenza, che ha rimarcato l’importanza della nutrizione e stili di vita in età pediatrica come strumento di prevenzione. In Italia vi sono cattive abitudini, molti bambini ad esempio non fanno colazione e la colpa è dei genitori. Spesso l’esortazione di fare attività all’aperto si scontra con la possibilità di avere spazi cittadini idonei. Negli anni abbiamo negato la vivibilità delle città ai bambini. Quindi il consiglio è la riqualificazione degli spazi scolastici, concepire le scuole aperte, creare spazi antistanti all’edificio che favoriscano l’attività motoria, quando il bambino sta all’aperto, si ammala di meno, creare sistemi premianti come il pedibus e bicicbus e l’attività motoria deve essere una disciplina da insegnare con più ore scolastiche come educazione allo stile di vita sano. Interessante anche il punto di vista di Paolo Di Caro, Giornalista e scrittore del libro “Sportcity” in cui sostiene che bisogna concepire le città che riescano a integrare attività di mobilità fisica. Nella società contemporanea lo sport ha un ruolo fondamentale. La sicurezza delle città è collegato anche alla pratica dell’attività fisica. I cittadini chiedono una città verde, pulita, sicura in cui ci siano spazi attrezzati per lo sport. I vantaggi dei parchi dello sport generano spazi sani a cielo aperto. Nella seconda parte dedicata a “Ripensare la forma dello spazio” si è focalizzati su come riconsiderare lo spazio urbano ai fini della nostra salute. Come riprogettarlo affinché diventi un alleato del nostro benessere e alle soluzioni da mettere in atto a livello istituzionale e aziendale per gestire i flussi delle persone in movimento e spingere sempre più cittadini ad adottare uno stile di mobilità attiva in maniera sistematica. Il geniale professor Paolo Pileri, Professore Ordinario, Politecnico di Milano, e progettista della Ciclovia VENTO, nel suo intervento “Progettare la lentezza”, ha fatto una carrellata delle brutture delle piste ciclabili presenti sul territorio nazionali. Le piste ciclabile costruite sono brutte e non permettono di godere della bellezza e del territorio. La cura è nel nostro patrimonio interno e quindi bisogna progettare con la bellezza le piste ciclabili avendo diritto alla lentezza e per averla di qualità bisogna spendere di più. Importantissimo l’intervento di Francesca Racioppi, Direttrice Centro Europeo Ambiente e Salute, Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha focalizzato l’attenzione che bisogna ripensare la forma dello spazio valorizzando il ruolo della mobilità. A dicembre del 2020 sono state pubblicate le linee guida per la lotta alla sedentarietà. L’attività fisica è importante e la mancanza uccide. Ogni anno si attribuisce alla sua mancanza un milione di morti evitabili per via delle malattie cardiovascolari, mentali ecc. L’attività fisica è una super medicina per mantenerci in buona salute. Più ci muoviamo più stiamo meglio e riattivare la capacità di essere attivi fisicamente. Bisogna fare una mobilità attiva, andare a piedi e bicicletta. Il beneficio è maggiore se pratichiamo attività oltre i 150 minuti alla settimana, minuti che corrispondono alla diminuzione della mortalità. È stato fatto uno studio internazionale sull’impatto della riduzione degli stili di vita in città e sono state seguite 2000 persone in varie città ne è venuto fuori che basta sostituire un percorso al giorno fatto a piedi o in bici per ridurre di mezza tonnellata l’impatto rispetto all’emissione di gas serra. Se solo le persone cambiassero le loro abituati ci sarebbe una notevole riduzione di CO2! Durante il covid abbiamo affrontato varie, adesso siamo in un’ulteriore fase di consolidamento e le priorità stanno cambiando e grazie alla mobilità attività potremmo sopperire all’aumento dell’inattività fisica in cui stiamo vivendo. Promuovere la mobilità attiva, rendere le città più sane e vivibili aiuterebbe anche il settore del trasporto pubblico. Ad esempio in Cina il trasporto privato prima dell’emergenza Covid era al 30% , adesso è salito al 60% nelle città. Bisogna riqualificare l’ambiente in cui viviamo rendendo fruibili i quartieri delle periferie e semiperiferie in cui le persone vivono. Il progresso è mettere il cittadino al centro delle decisioni.
Se avete il piacere di riguardare gli interventi potete andare al seguente linkhttps://www.youtube.com/watch?v=N4F-yBlFOko&feature=youtu.beMobilitAsr vi da appuntamento a mercoledì 17 febbraio, con i temi Città ed emergenza climatica e intermodalità. Potete registrarvi all’evento gratuitamente seguendo le indicazioni al sito http://www.mobilitars.eu