Parlando di: Tecnica della bici / il carbonio
di Ivan BellancaCiclismo22 Febbraio 2021 - 21:21
Con tutti gli scongiuri del caso, anche un banale incidente stradale, una caduta accidentale o la poca attenzione ai lavaggi periodici, possono causare danni a volte molto importanti sia in termini di sicurezza che di denaro. La fibra di carbonio poi, pur con gli innumerevoli pregi in termini di performance e di duttilità, porta con sé non pochi problemi in termini di assistenza post-vendita dovute alla complessità costruttiva. Da questo punto di vista ciò rende la bici meno “democratica” di quanto possa sembrare. I danni e le rotture al telaio, a volte anche “nascoste”, sono un elemento che ciascun proprietario, siano esse BDC o MTB, deve poter prevedere e mettere in conto.
Ma come si verifica nel tempo lo stato di salute del nostro telaio? Quali sono i punti maggiormente sensibili a potenziali rotture? Come intervenire e soprattutto come prevenire i possibili danni?
Per addentrarci meglio in questo particolare mondo fatto di grande tecnologia industriale ma anche di tanta sapienza artigianale, siamo andati a trovare a Villafranca di Messina Andrea Gullì, presidente dell’Associazione “Le 2 Ruote” che si occupa tra le altre, di riparazioni e personalizzazione di telai in carbonio e accessori.
Andrea, come nasce la tua passione per la bici e la tecnica?
Ho conosciuto per la prima volta la bicicletta all’età di 13 anni. Come tanti ragazzini che cominciano ad appassionarsi a questo mondo, ho iniziato a correre in bici da corsa con la squadra Cambria di Falcone fino alla categoria Juniores e da li ho sviluppato il mio interesse per la tecnica. Dopo una parentesi lavorativa al Nord, durante gli anni della crisi (2008 ndr) decido di tornare in Sicilia con l’idea di costruire da me dei telai in carbonio. Mi sono procurato l’attrezzatura necessaria (dima, tornio, fresatrice, ecc.) ma un caro amico che lavora nel mondo commerciale della bicicletta mi consiglia subito di dedicarmi più alle riparazioni che alle realizzazioni di nuovi telai.
Cosa muove questa tua passione per le tecniche di riparazione?
Parto dalla considerazione che noi amatori, una volta trovata la giusta posizione in sella ed il giusto feeling con la bici, non abbiamo reali necessità di cambiarla frequentemente come fanno i professionisti. Loro sono invece alla ricerca di maggiori performance e sottostanno a logiche di mercato del tutto diverse dalle nostre. Se raggiungiamo quel giusto equilibrio con il nostro mezzo, su cui magari abbiamo fatto un grosso investimento, è meglio pensare ad una buona manutenzione. Se è il caso, fare delle riparazioni piuttosto che disfarsi di un buon telaio anche se seriamente danneggiato. Riparare un telaio, anche se in carbonio, sarà sempre meno costoso che comprarne uno nuovo di zecca. E poi così rispondiamo oggi ad uno dei temi molto importanti quando si parla di ambiente: il riciclaggio dei materiali. Perché gettare via qualcosa che può essere perfettamente riparata?
Andrea, tu sei conosciuto anche per le personalizzazioni delle bici…
Si, ma la personalizzazione o la riverniciatura di un telaio spesso sono legate ad un fatto estetico oppure sono la conseguenza di una riparazione. Grazie all’uso di strumenti specifici, siamo in grado di riportare allo stato originario un telaio sul quale il proprietario può poi decidere se renderlo unico da un punto di vista estetico. Oppure riportarlo nelle condizioni in cui lo ha acquistato. Personalmente però preferisco riparare i telai piuttosto che lavorare sulla sola estetica.
Concludiamo adesso con un argomento molto importante anche da un punto di vista della sicurezza: la manutenzione del telaio e come accorgersi di eventuali difetti o danni.
Ricordandoci sempre che un amatore non ha sempre a disposizione uno staff di meccanici come quelli dei pro. Dobbiamo innanzitutto curare la pulizia della bici in generale e del telaio in particolare. Salvaguardare la verniciatura, senza fare mai ricorso a solventi e sgrassatori, anche quelli più conosciuti, ci aiuta a notare meglio alcuni particolari che a lungo andare possono essere sintomatici di potenziali danni o peggio, di rotture. Ad esempio, sui telai verniciati con colori chiari o bianchi, se si notato delle striature sulla verniciatura, vuol dire che in quei punti il telaio è particolarmente sollecitato dai carichi che fanno flettere il carbonio. E’ un comportamento normale, dato dalla caratteristica di questo materiale, ma se si verificano delle crepature sulla vernice stessa, può essere segno di sollecitazioni piuttosto violente in quei punti.
Per i carichi, si guarda soprattutto il carro posteriore, particolarmente sollecitato nei fuori sella.
Nel caso invece di cadute, vanno osservati due punti in particolare: il tubo orizzontale, perché il manubrio potrebbe andare violentemente a battuta su di esso e provocare un urto anormale; e poi, anche se in misura minore, il movimento centrale che, a causa dell’effetto leva dei pedali, potrebbe essere sollecitato fino a creare delle lesioni nel suo alloggiamento.
Infine, nel caso di urti frontali, la forcella è l’elemento maggiormente coinvolto che a sua volta può provocare una leva innaturale sul tubo sterzo e determinarne una lesione o peggio, una rottura.
Per chi volesse approfondire questi argomenti o avesse l’esigenza di effettuare un controllo od una riparazione al proprio telaio, può contattare Andrea Gullì nella sua pagina facebook: https://www.facebook.com/andreagulli.aerografievero.1