Le riunioni che si stanno tenendo in questi giorni in Consiglio dei Ministri, hanno come tema principale l’eventuale riapertura di alcuni esercizi commerciali e tra questi anche le palestre, chiuse ormai da diversi mesi.
Mentre, fino a ieri, sembrava che ci fosse una speranza circa una rimodulazione delle riaperture degli impianti, ci ha pensato in queste ore il CTS a placare gli entusiasmi della categoria dei gestori delle palestre. Il motivo sarebbe la paura di una terza ondata ormai imminente e l’alta percentuale, tra i contagiati degli ultimi giorni, della variante Inglese, che come caratteristica principale ha l’alta carica vitale e la veloce trasmissibilità. Questo ha indotto il comitato tecnico scientifico a scoraggiare il Premier circa una valutazione positiva alle richieste di riapertura, indirizzando le scelte verso una prosecuzione di quanto già indicato e contenuti nel DPCM in scadenza il 5 marzo. Non una vera e propria richiesta di proroga, ma quasi. Oltre il 30% delle infezioni Covid in Italia è dovuto alla variante inglese, e secondo gli scienziati, verso la metà di marzo la variante sarà predominante in tutto il Paese.