Ultimo appuntamento di MobilitArs, del 24 febbraio, è presentato dal padrone di casa Paolo Pinzuti, Ceo di Bikenomist e si apre con i saluti di Luca Mercalli, divulgatore e presidente della Società Meteorologica Italiana, che si collega da casa e racconta l’odissea che avrebbe fatto se avesse dovuto partecipare in presenza all’evento per raggiungere con i mezzi di trasporto la sede di MobilitArs a Milano. Quanti kg di CO2 avrebbe prodotto? Mercalli pone l’attenzione sul lavoro in smartworking che per molte professioni oggi è possibile svolgere, attualmente sperimentato a causa della pandemia. Riflette sul fatto che nonostante tutto la qualità del lavoro è migliorata, per chi ovviamente svolge un lavoro “intellettuale” e che nel 2020 questa modalità ha fatto diminuite le emissioni Co2 del 6,5% a livello globale per il lockdown, per il blocco del trasporto delle automobili e soprattutto aereo, mezzo più inquinante. Mercalli pone l’accento nell’evitare la domanda di trasporto non necessaria per far diminuire la mobilità contro i cambiamenti climatici. Evitare i viaggi più che cambiare il modo di viaggiare e quando lo si deve fare, cercare di utilizzare i mezzi meno impattanti. Altra considerazione interessante riguarda il bilancio di carbonio di tutte le opere trasportistiche. Ogni giorno si annunciano lavori per nuove autostrade, nuovi tunnel, nuove ferrovie ad alta velocità, parcheggi, progetti vari per la realizzazione, ad esempio, del ponte sullo Stretto di Messina, tali progetti, molto spesso vengono dipinti di verde, con una comunicazione errata di greenwashing, perché fatte per migliorare l’ambiente. Afferma che le grandi opere sono molto intensive, in termini di cemento e di violenza sul territorio, ci vuole il bilancio effettivo di carbonio, calcolando quanto inquinano per essere realizzate e gestite e quanto realmente faranno risparmiare nel complesso, spesso viene fuori che questi numeri non tornano ed è meglio al posto di costruire una nuova infrastruttura, mantenere meglio quelle che già si hanno. Come la TAV, ad esempio, super tunnel a doppia canna da 57 km, non ancora realizzato e che avrà ancora bisogno di oltre 10 anni di cantiere per essere finito, che emette in fase di costruzione 10 milioni di tonnellate di CO2 e forse comincerà a sottrarre il primo chilogrammo di CO2 nell’atmosfera dopo il 2048, unica certezza è che per costruirlo si sta inquinando e non c’è nessuna certezza che le emissioni vengano recuperate successivamente, in questo caso, la linea ferroviaria è già esistente attraverso il tunnel del Frejus si arriva tranquillamente in Francia. Purtroppo queste proposte convengono a qualcuno, come il ponte dello Stretto di Messina che si ripresenta sempre come manifesti di partiti.
MobilitArs continua con l’intervento di Francesco Musco, docente e ricercatore, IUAV che ha posto l’attenzione sulla pianificazione urbanistica e i cambiamenti climatici e come gestire la città che cambia in un ambiente che cambia. Molte città del mondo si stanno ridisegnando per adattarsi ai cambiamenti climatici, in cui poi tutte le altre città anche quelle inferiori ai 50.000 abitanti dovrebbero riprogrammarsi. Bisogna estendere la capacità adattiva in un profondo mutamento attraverso nuovi disegni di città e spazi.
Cosimo Chiffi, economista dei Trasporti, TRT, ha spiegato la micrologistica urbana nell’era delle ZTL e della congestion charge, evidenziando come l’e-commerce abbia problemi di spazio e di regole nei centri italiani in cui ci sono poche limitazioni per le consegne. Lo spazio riguarda anche i mezzi che consegnano e la logistica distributiva. Secondo la sua visione bisognerebbe standardizzare le ZTL a livello nazionale attraverso una regolamentazione e così tutelare i luoghi dei centri storici che sono troppo diversi da città a città.
Roberta Calcina, membro del consiglio direttivo, hub.MAT ha parlato di come oggi è possibile finanziare il cambiamento della mobilità attraverso bandi e opportunità. Secondo l’orientamento della Comunità Europea, per conseguire la neutralità climatica è necessario ridurre le emissioni prodotte dai trasporti del 90% entro il 2050, mettendo gli utenti al primo posto, fornendo loro delle alternative più economiche, accessibili, sane e pulite, rispetto alle loro attuali abitudini in materia di mobilità. Per fare questo ci vogliono fondi e uno strumento interessante è quello che dispongono le regioni attraverso i programmi POR FERS per mettere all’interno i progetti di mobilità.
Nella seconda parte di MobilitArs si è posto l’accento sul ruolo dei cittadini che necessita da parte delle amministrazioni una comunicazione adeguata, per cambiare la cultura del muoversi in città. L’impegno del singolo alla istituzioni, alle aziende e alle associazioni che si occupano di comunicare il cambiamento per agire anche in nome della collettività per un virtuosismo cambiamento.
Simona Larghetti, project manager di Dynamo Velostazione e presidente della consulta della bicicletta di Bologna, ha spiegato che cosa è la consulta della biciclette, ovvero un organo consultivo, previsto dalla normativa italiana in cui si possono costituire delle consulte, ovvero organi di ascolto, in cui all’interno ci sono dei portatori di interesse qualificati. Fanno parte cittadini e cittadine attivi di associazioni e ogni comune poi decide come le consulte debbano interagire.
Demetrio Scopelliti, direttore urbanistica, territorio e spazio pubblico, di AMAT Milano, ha spiegato come si sta trasformando la città, attraverso interventi di riqualificazione dello spazio come l’urbanismo tattico che migliora la vita pubblica, in 2 anni a Milano sono cambiati 15 luoghi reclamando spazio per le persone contro il logorio della vita moderna, sfruttando strategie di adattamento per la trasformazione della città. “Gli spazi pubblici come luoghi a vocazione pedonale accessibili a tutti, attorno a cui si costruisce la città, dove si manifesta la vita tra gli edifici, in cui gli individui diventano gruppi e dove lo stare insieme forma cittadinanza, intesa come senso di appartenenza a un bene comune.”
Patrick Kofler, CEO, Helios, sostiene che ogni città dovrebbe allocare un budget fisso annuale per la promozione della cultura della ciclabilità, in base al numero dei suoi abitanti.
Interessante l’intervento di Pinar Pinzuti, project manager di Bikenomist, organizzatrice della Fancy Women Bike Ride che mette al centro la partecipazione femminile in bicicletta al cambiamento.
Conclude la giornata Paola Gianotti, coach e autrice, detentrice di quattro world record, Keepbrave con l’intervento: “La resilienza: un impegno individuale”, in cui conferma il suo impegno del progetto “il metro e mezzo”, cartelli sulle strade per lasciare il minimo di 1,5 metri per sorpassare il ciclista.
Elena Giardina