Le ciclovie, in Italia uno studio per 200.000 km

di Redazione

di Domenico Romano

Durante i viaggi in bici, soprattutto in Francia, si pedala su decine di ciclabili che costeggiano i corsi d’acqua, con le bici che percorrono di fatto gli argini di fiumi e laghi. La soluzione presenta innegabili vantaggi, visto che i fiumi permettono non solo di avere una strada ben segnata ma sono anche spesso relativamente in piano.

Finalmente anche in Italia questo concetto, che sta alla base di alcuni dei percorsi Eurovelo, viene approfondito.

Di pochi giorni fa la notizia che quattro associazioni (ANBI -Associazione Nazionale degli Enti di Bonifica e Irrigazione-, FIAB -Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta-, CIREM -Centro Interuniversitario di Ricerche Economiche e di Mobilità dell’Università di Cagliari- e Politecnico di Torino) hanno stretto un accordo per lo studio di fattibilità per la creazione di 200.000 (DUECENTOMILA) chilometri di ciclovie “idriche”.

Certo il percorso per la realizzazione del progetto sarà lungo e sicuramento costellato da stop e interruzioni, ma già parlarne vuol dire che l’interesse per il cicloturismo sta iniziando ad affacciarsi anche nel belpaese, e questo è sicuramente positivo per tutto il movimento che ruota attorno al mondo bici.