“Abbiamo appreso da mesi, per esempio – dichiara Costa – di una possibile nuova fruizione a uso sportivo dei tre campi Castelnuovo, vecchio polo del calcio dilettantistico palermitano, a lungo destinati ad area di stanziamento per i rom. L’impegno dell’amministrazione comunale, stando a quanto aveva annunciato in passato Giuseppe Mattina, assessore a Beni comuni e Cittadinanza solidale, “è per la riqualificazione di tutti gli impianti, tra cui anche i campi Castelnuovo che nel tempo intendiamo donare a chi fa sport. Peraltro quell’area insiste in una zona vincolata, quindi non ci si potrà fare altro che sport”. Dato che l’area ricade all’interno della riserva del Parco della Favorita, vincolata al verde, non può avere dunque altre destinazioni d’uso se non quella pubblica finalizzata alla fruizione sportiva. Cosa aspetta la politica a dare risposte alla cittadinanza tutta e al mondo sportivo in particolare, in un momento fortemente segnato dalla crisi di palestre, associazioni e centri sportivi?».
Proprio in riferimento a una “pressione” che il mondo dello sport di base – con il Coni a rappresentarlo – intende esercitare sulla politica, Massimo Costa si è recato in visita all’Assemblea regionale siciliana, insieme all’ex presidente regionale del Coni, Giovanni Caramazza, in occasione di un incontro istituzionale con l’assessore regionale allo Sport, Manlio Messina. “Abbiamo voluto rappresentare le istanze di un mondo in sofferenza a tutti i rappresentanti dell’attuale scena politica” ha detto Costa, che ha poi inoltrato una lettera rivolta personalmente al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. “Da una parte la politica che urla e pretende privilegi – si legge nella nota inoltrata da Costa a Miccichè – Dall’altra un mondo sportivo che piange, in silenzio. Dopo dieci anni ho fatto ingresso all’Ars. In un posto in cui tutti vengono a prendere, io ho portato idee. Simbolicamente ho voluto donare un fiore a ogni esponente politico incontrato con l’augurio che ciascuno faccia la propria parte perché il fiore della libertà e della speranza non appassisca».