Giro d’Italia: la Vini Zabù rinuncia alla “Corsa Rosa”

di Giuseppe Ortale

La Vini Zabù comunica ufficialmente la sua rinuncia al prossimo Giro d’Italia dopo la bufera doping che ha coinvolto un suo tesserato

 

Vini Zabù

Vini Zabù

La VIni Zabu’ ha ritirato la propria partecipazione al Giro d’Italia 2021. Dopo le polemiche scoppiate in seguito alla positivita’ di Matteo De Bonis, la seconda in pochi mesi dopo quella di Spreafico, il Team capitanato da Angelo Citracca e Luca Scinto, ha ufficializzato la rinuncia alla manifestazione. Lo ha fatto attraverso la propria pagina Facebook. Decisone che era comunque nell’aria, considerate anche il dibattito che si era aperto sulla regolarita’ della presenza del Team, in “violazione” al regolamento dell’ UCI, che stabilisce la sospensione automatica fino a 45 giorni da qualsiasi competizione, nel caso di recidive alle violazioni antidoping.

La vicenda di Matteo De Bonis, risultato positivo all’EPO in un controllo fuori competizioni, aveva suscitato il disappunto dello sponsor

Il Team e il main sponsor Vini Zabù  – si legge nel comunicato – hanno deciso di dare un messaggio importante al mondo del ciclismo, che sia di insegnamento per quegli atleti che ancora pensano di poter prendere scorciatoie barando; il Team ha, infatti, concordato con il proprio main sponsor di non partecipare al Giro di Italia (2.UWT), nonostante abbia dimostrato agli organi competenti di aver adottato le più diligenti misure per combattere il doping.

L’ investigazione interna ha confermato la totale estraneità degli atleti e di tutto il team a qualsiasi pratica scorretta.
Il main sponsor ed il Team hanno sensibilizzato l’atleta De Bonis della necessità che collaborare fattivamente con gli organi inquirenti, affinché questo episodio increscioso possa trasformarsi in un efficace strumento di lotta per debellare le organizzazioni che commerciano sostanze vietate.
Dalla effettiva attività di collaborazione con gli organi inquirenti dell’atleta De Bonis, dipenderà la scelta di adire o meno le vie legali a risarcimento degli enormi danni subiti; coloro che decidono di violare i principi dello sport etico con l’assunzione di sostanze proibite danneggiano non solo loro stessi, ma l’intera squadra di apparenza (i colleghi, i membri del personale, i dirigenti sportivi e gli sponsor).
La nostra decisione di non partecipare al Giro di Italia vuole sottolineare il pregiudizio che l’illecita condotta del singolo può arrecare all’intera squadra, con effetti devastanti per chi, invece, profonda il massimo impegno per consentire ai ciclisti di gareggiare.
Un doveroso ringraziamento alla RCS Sport per la considerazione dimostrataci con l’invito al Giro d’Italia e per aver valutato positivamente il nostro progetto di Team.
La nostra rinuncia alla corsa più ambita dai ciclisti italiani è un gesto di amore verso il ciclismo; lo sponsor, condividendo i principi istituzionali del Team, garantisce l’attuazione dei contratti di sponsorizzazione per tutto l’anno in corso, affinché sia lo sport a vincere.