La prima vittoria dopo undici secondi posti. È Nizzolo a brindare a Verona. In attesa del “Grande sabato'” con lo Zoncolan, l’italico ciclismo si gode dopo quella di ieri con Andrea Vendrame, un’altra prestigiosa vittoria.
La gara
Tappa piatta, anzi piattissima. Una vera e propria passeggiata lunga 198 km da Ravenna a Verona. Tre uomini in fuga. Le solite tre squadre Androni, Bardiani e Eolo Kometa. E con Samuele Rivi (Eolo Kometa) i soliti Umberto Marengo (Bardiani) e soprattutto Simon Pellaud (Androni) ormai un habitué delle fughe. Il gruppo non ha mai lasciato andare i tre di testa oltre i canonici sette minuti, picco toccato dopo i primi 40km e comunque lontanissimi dal traguardo. Il Giro oggi, come da previsione, ha dunque avuto un giornata di calma piatta, un motivo in più per poterci lasciare affascinare da da paesaggi padani e dai meravigliosi borghi, perle di una bellezza Italica assolutamente unica nel mondo. E così per alcuni corridori c’è stato anche spazio per salutare i parenti appostati lungo il tragitto: è stato il caso di Affini e poi di Gabburo. E dopo 190,7 km di fuga i tre eroici fuggitivi sono stati ripresi ai -7,3 dall’arrivo. È questo il momento in cui si muovono i treni dei velocisti già “caldi” per lo sprint finale. Si muove la Bora Hansgrohe guidata da Cesare Benedetti per favorire lo sprint di Sagan. Si muove la Trek per Moschetti. La Cofidis ai -3 accelera per Elia Viviani. La Qhubeka per Nizzolo. Uae in seconda battuta per Gaviria. Nell’ultimo chilometro è la Jumbo a prendere il comando per Groenewegen ma è Edoardo Affini ad avvantaggiarsi di 30 metri sorprendendo tutti e preparando un trappolone. Il gruppo sbanda un attimo ma poi è Giacomo Nizzolo a mettersi sulla scia di Affini e bruciarlo sulla linea bianca del traguardo. Nizzolo (Qhubeka-Assos) dopo undici secondi posti nella corsa rosa, ottiene un premio che già era diventato un incubo. Al secondo posto Edoardo Affini (Team Jumbo-Visma). Terzo Peter Sagan. Poi in ordine Davide Cimolai, Fernando Gaviria, Stefano Oldani, Andrea Pasqualon, Max Kanter, Elia Viviani, decimo Dylan Groenewegen. Ma la quiete di oggi è l’anticamera della tempesta. Domani si sale verso il cielo per accarezzare le nuvole, sullo Zoncolan. Bernal ha le idee chiare: ” Una giornata tranquilla in attesa di domani perché abbiamo lo Zoncolan. È un giro che mi piace con tante salite lunghe. E domani ci sarà battaglia”.