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Doping: Esami su gocce di sangue essiccato, a Tokyo la sperimentazione

L’Agenzia mondiale antidoping (Wada) ha annunciato di aver convalidato un’innovativa tecnica di screening utilizzando gocce di sangue essiccato, che sarà oggetto di test preliminari alle Olimpiadi di Tokyo e che potrebbe “cambiare le regole del gioco” nella lotta al doping.

Negli ultimi due decenni è stata sviluppata una serie di metodi di rilevamento delle macchie di sangue essiccato (DBS) per agenti dopanti. La tecnica DBS minimizza l’invasività e riduce i costi di stoccaggio e spedizione. Recentemente, l’Agenzia mondiale antidoping ha annunciato l’uso del DBS per i Giochi Olimpici Invernali e Paraolimpici di Pechino 2022, grazie ai vantaggi dell’applicazione DBS nel controllo antidoping di routine. Pertanto l’ulteriore sviluppo di metodi di rilevamento per agenti dopanti in DBS è importante e urgente. Questa recensione riassume cinque aspetti dell’applicazione DBS nell’analisi antidoping: raccolta del campione, condizioni di conservazione, pretrattamento, strumentazione e validazione secondo l’Elenco Proibito emesso dall’Agenzia Mondiale Antidoping e propone alcuni suggerimenti per futuri studi sulla DBS nell’analisi antidoping

Puntiamo a testare alcuni elementi della tecnica Dbs alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo, prima di usarli regolarmente durante i Giochi invernali di Pechino 2022“, ha spiegato il direttore del dipartimento. Scienza e Medicina della Wada, Olivier Rabin.

Per l’analisi DBS basta una macchia (“spot”) di sangue essiccato. È sufficiente qualche goccia di sangue capillare, prelevate dal polpastrello (dito medio o anulare), o in casi eccezionali anche dal lobo dell’orecchio. Il sangue prelevato viene applicato sulla carta DBS. Devono risultare identici: i numeri che figurano sul kit (sacchetto di alluminio), sulle bustine di plastica sigillabili, sulle carte DBS (campioni A e B) e sul nastro sigillante. Infilando le carte DBS nelle bustine di plastica, occorre accertarsi che il codice delle carte sia ben visibile. Le due bustine di plastica vengono quindi sigillate con il nastro sigillante e infilate nel sacchetto di alluminio, che sarà a sua volta sigillato con il nastro sigillante blu e quindi inviato al laboratorio.

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Redazione