C’è il sole. Oh… Yates! In Valsesia brillano le stelle del Giro

di Valentino Sucato

C’è il sole. Oh… Yates! In Valsesia brillano le stelle del Giro. Vince l’inglese, Bernal si difende. Caruso quarto, campione di regolarità. Giochi pirotecnici al Giro sempre più vicino a Milano.

Tappa di oggi

L’Abbiategrasso- Alpe di Mera (Val Sesia) è la tappa della verità, un prolungamento della tappa di Sega di Ala nella quale per la prima volta in questo Giro è emersa qualche crepa nella solidità di Edgar Bernal, quando sotto attacco da parte di Simon Yates, il colombiano è stato salvato dal compagno Martinez. Caruso a 2’21” e Simon Yates 3’23 sono pronti ad approfittare di un eventuale nuova defaillance del leader della classifica generale. Non c’è la salita del Mottarone tagliata per rispetto alle vittime della funivia, tragedia avvenuta nei giorni scorsi. Sarà dunque la scalata dell’Alpe di Mera il giudice inappellabile della tappa n. 19. Una salita di prima categoria con numerosi tornanti soprattutto nella parte finale, lunga 9,7 km con pendenza media al 9% e con picchi del 14% a tremila metri dall’arrivo.

La gara.

Sei uomini in fuga: Nicola Venchiarutti (Androni Giocattoli-Sidermec), Quinten Hermans (Intermarché Wanty Gobert), Andrea Pasqualon (Intermarché Wanty Gobert), Giovanni Aleotti (Bora-hansgrohe), Lawrance Warbasse (AG2R Citroen Team), Marco Christian (Eolo Kometa). Tentano di aggregarsi senza successo Oscar Riesebeek (Alpecin Fenix), Samuele Zoccarato (Bardiani CSF Faizanè). I sei si portano sino 4′ minuti di vantaggio sul gruppo. Ai -47 km ai piedi della salita del Passo della Colma il vantaggio si riduce a 2’05”. Il gruppo è tirato dagli uomini della BikeExchange e della Deceuninck. Per una caduta si ritira Brambilla. Ai -42km dal gruppo dei sei davanti si stacca Venchiarutti. La corsa si incendia sull’ultima salita. Ai -9km dal gruppo maglia rosa esce Mark Christian (Eolo- Kometa) che riprende i fuggitivi. Il gruppo tirato dai Deceuninck si sfalda. Ai -7km Almeida lascia il gruppo e si invola. Ci sono tutti i presupposti per un finale pirotecnico. Ai -6,3km, scatta Simon Yates al quale si agganciano Caruso, Vlasov, Bennett e insieme raggiungono Almeida. La Ineos non risponde subito. Bernal sale con il suo passo. Ai -5,5km altra sciabolata di Yates che scatta ancora in solitario. Caruso non risponde subito e si mette all’inseguimento di Yates. Ai -5km Yates in scioltezza è solo al comando seguito a 10″ da Caruso, Almeida, Vlasov. Bernal è dietro ma sale bene. Ai -4,5km anche Carthy lascia il gruppo Bernal e, prima raggiunge il gruppo Caruso, e poi scatta alla caccia di Yates. La corsa è bellissima. Bernal non è in crisi ma non è più quello brillante  della seconda settimana; il colombiano ha un ottimo Castroviejo che ai -3,2km è sostituito da Martinez. E così  la maglia Rosa resta a galla grazie ai due gregari di lusso. Yates ai -3km s’invola verso la vittoria. Il gruppo Bernal raggiunge Caruso, Vlasov, Carthy, Almeida. Ai -2,4km Bernal scatta ancora inseguito da Almeida. Caruso perde qualche metro. È una sfida stellare di grande ciclismo tra Yates Caruso e Bernal. Se è vero che Yates ha provato a colpire il colombiano, e altrettanto vero che quest’ultimo ha saputo gestire le energie e rilanciare subito dopo aver raccolto le energie. Yates taglia il traguardo per primo. Dietro di lui, secondo a 11″, un sorprendente Almeida che nell’ultimo chilometro stacca Bernal giunto terzo a 28″. Quarto a 32″ dall’inglese uno straordinario Damiano Caruso che si è difeso come un leone. Con lui arriva a braccetto Vlasov. Poi, Daniel Martin sesto a 42″. Martinez compagno di Bernal settimo a 49″. In classifica generale Bernal perde poco e resta il leader. Caruso sempre secondo a 2’29” dal colombiano sente il fiato al collo di Yates a 2’49” (il vantaggio del ragusano sull’inglese è ridotto ai minimi termini, 20″). Distanziati Vlasov a 6’10”, Carthy a 7’11”, Bardet a 7’32”