Strepitoso Damiano Caruso, l’Aquila degli Iblei vince la tappa di Alpe Motta

di Valentino Sucato

Caruso, solamente Damiano Caruso, come un Campione, perché lui è un campione e lo ha dimostrato in tutto questo Giro. Perfino è campione nel ringraziare in corsa, chi lo ha aiutato. Vince la tappa, la maglia rosa è lontana (peccato!), ma conquista il cuore dei tifosi italiani.

La gara.Ultima chiamata, anzi penultima. La Verbania-Alpe Motta di 164 km presenta un’altimetria che strizza l’occhio a quegli  uomini di classifica che vogliono giocarsi il “tutto per tutto” per provare a togliere la maglia rosa al colombiano Bernal o per migliorare la posizione in classifica oppure semplicemente per fare l’impresa e iscrivere così il proprio nome nel libro dell’Epica ciclistica. San Bernardino, Spluga, Alpe Motta, ultimi tre squilli di tromba per una corsa rosa che comunque si deciderà in montagna  (crono di Milano permettendo). Non parte Fabio Felline non per una caduta. Questa volta si tratta di una bella notizia. Fabio è diventato papà del piccolo Edoardo,  ha raggiunto, per il lieto evento, la moglie Nicky Savio (Figlia di Gianni Savio). Gli auguri della redazione di SportWebSicilia vanno alla neomamma, Nicky Savio, al papà Fabio Felline e al nonno Gianni Savio. Dopo una manciata chilometri dalla partenza si crea la solita fuga con Taco Van der Hoorn (Intermarché-Wanty, vincitore della terza tappa quella che arrivava a Canale), Dries De Bondt e Lous Vervaeke (Alpecin-Fenix), Giovanni Visconti (Bardiani-CSF), Felix Grossschatner (Bora-Hansgrohe), Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa), Matteo Jorgenson (Movistar) e Nico Denz (Team DSM), e il solito Simon Pellaud (Androni-Sidermerc) all’ennesima “uscita dal gruppo” in questo Giro. Il margine non supera mai i 5′ e così ai -80km Vervaeke rompe gli indugi e accelera e si porta dietro il solo Grossschatner.

Ai -75km sul duo di testa rientrano Giovanni Visconti e Vincenzo Albanese. Ai -68km i quattro fuggitivi, ancora impegnati sulla scalata di San Bernardino, sono raggiunti da Pellaud che si era attardato precedentemente per un problema tecnico. Il gruppo è tirato dagli uomini della BikeExchange; i compagni di Yates mantengono alto il ritmo per controllare la corsa. A loro si alternano gli uomini della DSM di Bardet che ai -60km danno una forte accelerazione avvicinandosi ai fuggitivi (il distacco precipita il pochi chilometri a 53″) . Sugli infiniti tornanti della discesa del San Bernardino,  Bardet, ottimo discesista, prova la fuga e si avvantaggia, con i suoi gregari Hamilton e Storer, di una decina di secondi. Nel tentativo di seguire la scia del francese Il gruppo si fraziona con Pello Bilbao e Caruso che si fiondano sui tre uomini DSM. Il gruppo maglia rosa che si assottiglia notevolmente, è guidato dalla Ineos con uno scatenato Moscon. Ai -47km si forma un gruppo davanti di dieci uomini molto pericoloso per Bernal: Hamilton, Storer, Bardet, Caruso, Bilbao si aggiungono a  Visconti, Albanese, Pellaud, Vervaeke e Grossschatner. I dieci viaggiano con 28″ di vantaggio sul gruppo Bernal. Sulla salita dello Spluga si staccano Visconti, Pellaud, Hamilton. Ai -34km la Bahrain prende in mano la fuga con Bilbao che sferza il gruppetto con una robusta accelerazione. In breve i cinque, Bilbao, Caruso, Storer, Bardet, Grossschatner, raggiungono i 52″ di vantaggio. Nel gruppo maglia rosa Castroviejo si porta davanti a tirare per tamponare la fuga e i risultati si vedono. Il vantaggio infatti scende ai -40″. Ad un chilometro dalla cima dello Spluga si stacca Grossschatner. Al GPM  il gruppo dei fantastici quattro passa con 41″ di vantaggio. In discesa vi è un allungo di Vlasov che sfalda il gruppo Bernal; Martinez prima si stacca ma poi rientra. Ai -9km inizia l’ultima salita del Giro d’Italia con quattro uomini al comando Bilbao, Caruso, Storer, Bardet.  A 40” il gruppo Bernal. La gara esplode, diventa bellissima, sul filo dei secondi. Contemporaneamente ai -7km mollano Storer nel gruppo davanti e Castroviejo tra gli inseguitori. Ai -6,5km Bilbao finisce il suo compito e Caruso con un gesto di grande umanità lo ringrazia con paio di pacche sulle spalle dello spagnolo. La coppia Caruso-Bardet sale regolare con il siciliano che forza ma Bardet sembra molto affaticato. I due hanno 34″ ai -4,3km su Bernal con Yates attaccato al colombiano a sua volta pilotato da uno strepitoso Martinez. Sono solo quattro uomini (Bernal, Martinez, Almeida, Yates) ad inseguire Caruso-Bardet e il vantaggio si restringe a 23″ ai -3,3km. Caruso conquista tre secondi di abbuono al traguardo volante, ai -2,4km. Crolla Bardet. L’Aquila degli iblei vola sul traguardo all’Alpe Motta e conquista la vittoria. Quella della vita. Bernal si piazza al secondo posto a 24″ dal ragusano. A 35″ arrivano Martinez e Bardet. Almeida a 41′, Yates a 51′  Vlasov a 1’13”, Carthy a 1’29, Fortunato a 2’07”, Pedrero a 2′ 23″. Nella generale Bernal resta in rosa. Caruso è a 1’59”, Yates 3’23”, Vlasov a 7’07”, Bardet a 7’48”, Martinez a 7’56”, Carthy a 8’22. E domani si chiude con la crono di Milano ultima pagina di questo bellissimo Giro d’Italia.