Alzi la mano chi non si è mai sentito rivolgere la seguente domanda, sull’abbigliamento da ciclista, da un profano di ciclismo praticato: “Ma anche tu vai in giro con quella tutina così aderente?”
Alzi la mano chi non si è sentito a disagio nel riceverla. Infatti non sai mai se viene fatta per sfottò, ammirazione o per sete di conoscenza. Certo è che il ciclista praticante, cicloturista o agonista che sia, mettendo da parte l’irritazione iniziale si prodiga orgogliosamente nella spiegazione di come si è arrivati a capi che vestono come una seconda pelle.
Dalle maglie e pantaloncini di lana di inizio ‘900 grazie alla ricerca di materiali nuovi e sempre più tecnici il balzo in avanti è stato enorme. L’introduzione a fine anni ’70 della lycra, materiale leggero, elastico e resistente ha permesso di creare dei set, maglia e salopette, che pur seguendo copiosamente le forme del corpo del ciclista garantiva libertà di movimento. L’aggiunta dei fondelli in coolmax, materiale in grado di evacuare velocemente l’umidità, è stato un ulteriore balzo in avanti rispetto ai primi fondelli in pelle di daino che richiedevano generose applicazioni di crema per riuscire a pedalarci sopra. Ulteriori studi sul rendimento muscolare in regime di compressione hanno orientato le case a modulare gli strati di lycra, arricchendoli con filati di carbonio, in maniera da ottenere una compressione programmata sulle zone muscolari più usate per il miglioramento della performance. Gli studi sulla biomeccanica ed in particolare dell’appoggio sulla sella hanno determinato la produzione di fondelli con spessori differenziati a seconda delle zone anatomiche di contatto in funzione anche della misura del capo e quindi del peso del ciclista. La realizzazione di materiali tecnici come il wintex ha inoltre consentito la creazione di capi, sia intimi che secondo strato, in grado di evacuare il sudore e di fare da barriera contro il vento.
Ad oggi il bagaglio tecnologico di un secolo e la ricerca di materiali sempre più performanti anche dal punto di vista aerodinamico ha portato lo sviluppo dei capi d’abbigliamento in galleria del vento, tant’è che la soluzione migliore, sempre più adottata dalle squadre world-tour per le gare su strada, che coniuga comfort e performance, è il body intero aderente come una seconda pelle, con cerniera della parte superiore separabile, maniche e cosciali a ¾ con taglio laser per non creare zone di costrizione ma compressione programmata per il miglior rendimento muscolare e con fondello a spessore differenziato iniettato di schiuma o gel per le tante ore passate in sella.
Così siamo arrivati a “quella tutina così aderente”!