Acqua alcalina ionizzata per gli atleti: vera performance o bufala?

di Ivan Bellanca

Nel 2016 è stata pubblicata un’interessante ricerca condotta dal Dipartimento di Medicina dello Sport dell’Università di Udine, sugli effetti dell’acqua alcalina ionizzata (IAHRW) su atleti sottoposti a sforzo prolungato. https://neroh2o.com/2016/11/24/effetto-dellacqua-alcalina-ionizzata-chanson-su-atleti-sottoposti-a-sforzo-prolungato/

I risultati di questa ricerca tendono sostanzialmente a dimostrare che l’acqua, intesa come principale fonte di idratazione durante l’attività fisica ed opportunamente trattata (vedremo a breve come), può risultare determinante ai fini delle performance sportive.

E’ opportuno chiarire che un produttore di apparecchi ionizzanti ha sostenuto la ricerca fornendo l’apparecchio in questione, ma del resto l’acqua alcalina ionizzata con specifiche caratteristiche difficilmente è presente in natura ed è quindi necessario affidarsi alla tecnologia per la sua trasformazione.

Ma per meglio comprendere su quali parametri l’acqua assunta incide sulle prestazioni sportive, è necessario conoscere alcuni principi fisiologici di base.

pH dell'acqua

pH dell’acqua modificabile tramite elettrolisi (ph credits: kangen)

Acido Lattico e Radicali Liberi

Durante un’intensa e prolungata attività sportiva sia la respirazione che la contrazione muscolare determinano la produzione di acidi metabolici, di cui quello lattico è il più conosciuto. Questa produzione di acidi, pur provocando sgradevoli sensazioni di affaticamento, è determinante per “avvisare” il corpo che è necessario osservare dei tempi di recupero, ai fini di preservare i muscoli.

L’acqua in generale contribuisce ad abbassare la soglia acida dei muscoli (una delle più comuni armi per prevenire i crampi è proprio la regolare idratazione), ma è evidente che questa da sola non basta se si vogliono sostenere sforzi prolungati ed importanti: i gel isotonici, ad esempio, oltre a favorire un apporto energetico supplementare, favoriscono (ma non sostituiscono!) una corretta idratazione muscolare anche in carenza di acqua.

Negli anni ’50 si cominciò a parlare delle proprietà delle acque alcaline, osservando i comportamenti alimentari e l’ambiente nel quale vivevano diverse comunità di alcuni villaggi in Giappone. Diversi studi condotti in Estremo Oriente hanno contribuito allo sviluppo di una tecnologia in grado di riprodurre le caratteristiche altamente benefiche dell’acqua potabile usata in quei villaggi.

La base scientifica dell’elettrolisi

La “ionizzazione” dell’acqua avviene attraverso l’uso di apparecchiature specifiche che da un lato alzano il livello del PH e dall’altro rilasciano un importante numero di elettroni che determinano una migliore ossigenazione muscolare, abbassando l’acidità presente e diventando così un importante agente anti-ossidante.

L’acqua alcalina è in grado di bloccare l’ossidazione dei tessuti da parte dei radicali liberi dell’ossigeno.

Un altro vantaggio significativo del processo di elettrolisi è che la dimensione dei cluster (scientificamente, le reticolazioni dei legami idrogeno) dell’acqua alcalina risulta essere ridotta di circa il 50% rispetto a quelli non ionizzati.

Questo permette all’acqua ionizzata alcalina di essere molto più facilmente assorbita dal corpo, aumentando così la sua capacità idratante oltre a quella di alcalinizzare tutte le cellule e i tessuti del corpo.

Naturalmente in questa sede ci limitiamo a riportare quanto vantato dai produttori e comunque dai sostenitori dell’acqua alcalina ionizzata. Esistono infatti anche i detrattori di tali teorie, che vedremo nel prossimo articolo.

Quali performance sportive?

Il risultato più significativo messo in evidenza dai ricercatori dell’Università di Udine, è che l’assunzione di acqua alcalina ionizzata (rispetto ad una comune acqua di rubinetto) anche per sole 2 settimane, può migliorare le prestazioni nell’esercizio fisico e diminuire l’affaticamento, anche senza evidenziare un significativo cambiamento dell’equilibrio acido base a riposo e durante l’esercizio. Altro dato evidenziato è che i dati di potenza espressa dagli atleti ciclisti sottoposti al test, hanno subito una riduzione significativa in regime di utilizzo di comune acqua da rubinetto, da un certo numero di test in poi (precisamente dal 6°), mentre non è mai diminuita per il gruppo idratato con acqua alcalina.

In base ai risultati emersi da questo studio, emerge che sole 2 settimane di assunzione di acqua alcalina ionizzata non hanno modificato in modo significativo l’equilibrio acido-base in riposo e durante l’esercizio, però i risultati sulla prestazione anaerobica indicano un miglioramento consistente dei risultati ottenuti assumendo quest’acqua.

Si tratta del primo studio scientifico fatto sulla performance fisica usando acqua prodotta da uno ionizzatore dedicato. Ciò suggerisce che l’acqua ionizzata alcalina (IAHRW) può agevolmente sostituire l’uso del bicarbonato per migliorare le performance in anaerobiosi, con il grande vantaggio di non avere nessuno degli effetti negativi dovuto all’assunzione del bicarbonato di sodio. L’uso continuativo di acqua IAHRW inoltre promuove una idratazione ottimale. I valori ematici dei bicarbonati, pH e Lattati, sono stati misurati ad intervalli di tre minuti per sforzo prolungato per trenta minuti. È molto evidente che gli atleti che hanno consumato l’acqua alcalina ionizzata resistono maggiormente allo sforzo in quanto sono in grado di mantenere i livelli di acido lattico più basso, i livelli di bicarbonato più alti e, di conseguenza, un pH ematico più alto.

Nel prossimo articolo daremo invece spazio ai detrattori della IAHRW e di conseguenza ai motivi scientifici (e non solo) che ne impediscono una diffusione in larga scala.