Il ciclismo non si improvvisa, è uno sport che richiede tali sacrifici che o lo ami o lo odi, ma se ne cogli l’essenza ti rapisce anche l’anima ed è capace di regalare emozioni uniche. Se poi lo si pratica a livello agonistico allora non ci sono mezze misure: un ciclista è per sempre! Quando si parla di ciclismo in Sicilia i non addetti ai lavori ricordano esclusivamente i grandi del passato e del presente capaci di rappresentare la nostra regione nei palcoscenici più importanti, noi conosciamo anche chi, come Giuseppe Di Salvo, ha fatto di questo sport la propria ragione di vita, ed oltre ad aver assaporato gli stessi palcoscenici dei grandi, è diventato un riferimento per giovani e meno giovani siciliani appassionati dello sport più duro del mondo. Nell’era della tanto acclamata multidisciplinarietà Di Salvo è sicuramente l’Elite di casa nostra oggi più rappresentativo nella Mtb.
Ma come dicevamo il ciclismo non si improvvisa ed e’, tra tutte, la disciplina che richiede una vocazione impressa nel DNA. “Da piccolo fino all’età di 9 anni ho provato a fare calcetto perché tutti gli amichetti facevano questo, – ci racconta Giuseppe Di Salvo – ma oltre a non essere appassionato del pallone ero pure negato, tra le altre cose non ho mai sopportato camminare molto e quindi mi spostavo sempre in bici ed era sempre il mio gioco preferito.” Se i campioni del calcio si innamorano del pallone in tenera età, stesso discorso vale nel ciclismo, e quando l’armonica geometria dell’acciaio rapi’ lo sguardo di Giuseppe, le notti divennero insonni fino alla sorpresa del regalo più bello. “Mio padre faceva l’amatotore e aveva due belle Colnago da corsa di cui io ero innamorato, tutti i giorni lo supplicavo affinché me ne comprasse una. Così quando avevo 10 anni , per Natale, me ne regalò una, misura 24. Era perfetta. Iniziai a fare qualche pedalata con il papà che nel frattempo cominciò anche a comprarmi tutti gli accessori per praticare questo meraviglioso sport.”
L’adolescenza di Di Salvo ha coinciso con il periodo in cui prevaleva il buon senso di una società che promuoveva i solidi valori dello sport, cercando di fare proselitismo trai i più piccoli. Un abitudine che il “progresso” ha seppellito.” Sempre quell’anno a scuola elementare veniva il presidente della Polisportiva Portella di Mare a promuovere questa disciplina organizzando le ginkane per le categorie giovanili. Io chiaramente mi sono iscritto e alla partenza mi sono presentato con tutti gli accessori che mio padre mi aveva regalato. Quando mi vide mi fece un paio di domande e mi chiese anche se volevo provare a fare qualche allenamento con loro per poi partecipare al trofeo topolino. Da lì comincio’ il mio percorso agonistico. Inizio a correre per tutta la Sicilia fino a partecipare al Campionato Italiano per Società svoltosi a Bibione nel quale mi piazzo al secondo posto. Negli anni a seguire in Sicilia ho vinto parecchie gare, fino a 13 in una stagione, io tra gli esordienti del primo anno e i cugini Visconti tra gli esordienti di secondo.”
Di Salvo i grandi del presente li conosce bene poiche’ ci ha corso nelle categorie giovanili. “Da allievo di secondo anno le battaglie erano con Nibali, D’orio e Tondo. A fine stagione un ex professionista, Rosolino Manca, mi fece da trampolino di lancio per andare a correre in Toscana, con la Montemurlo Vangi, e subito dopo la prima settimana di allenamenti/test ottenni una vittoria in volata a San Giovanni Valdarno. Mi guadagnai un contratto per la categoria Juniores”. Dopo diversi piazzamenti arriva l’esperienza tra gli U23 fino al passaggio con Luca Scinto dove militava Anche Giovanni Visconti.
Nel 2006 passa alla corte di Marcello Massini (ex ds di Filippo Fiorelli.. ndr) ed ottiene diversi podi e piazzamenti fino a vincere nel 2009 il Campionato regionale toscano. Il lavoro paga e chi insegue un sogno con impegno e sacrificio prima o poi quel sogno lo realizza. “Nel 2011 finalmente divento professionista all’età di 26 anni, ma dopo nemmeno un anno dal mio arrivo la società fallisce.”
“Torno in Sicilia e mi concentro sulle GF. Le vinco tutte ed attiro le attenzioni della Maggi, che mi ingaggia per correre con la loro maglia. Un contratto economicamente migliore di quello da Professionista. Torno a vivere in Toscana per due anni e comincio a correre le granfondo più note d’Italia e all’estero, e con gli amatori conquisto due volte la maglia iridata nel 2013 e nel 2014. Nel 2015 entro’ in vigore un nuovo regolamento che non ci permetteva di correre le gf su strada e quindi tornai a casa sempre con la mia bicicletta, ma in aggiunta comprai una mtb e cominciai a correre le gare da ospite. Mi appassiono sempre di più di questa disciplina, ed essendo un agonista per natura, comincio la mia avventura fino ai giorni d’oggi. Praticamente corro in bici da 27 anni e ho sempre la stessa voglia ed emozione ogni volta che attacco il numero. Ho superato difficoltà importanti che avrebbero potuto influire negativamente sia mentalmente che atleticamente, ma quello che mi trasmette la bici è veramente qualcosa di magico che niente, e dico niente, può fermare. Finche’ sarò competitivo continuero’ a gareggiare.”