Giro di Sicilia 3^ tappa, Il Punto di Paolo Alberati

di Paolo Alberati

La sciabolata di don Alejandro Valverde fa ancora male. Come il più implacabile dei corsari il campione spagnolo ha pennellato un altro successo dei suoi, deliziando la Sicilia del suo sigillo in questa terza tappa del Giro. Una vittoria di prestigio che ci voleva, per impreziosire “la corsa attraverso la bellezza”, una competizione che oggi finalmente si è accesa nella lotta alla classifica generale, con un Nibali pimpante e avvistato con l’occhio da killer, da squalo.

Domani la resa dei conti sul traguardo di Mascali, dove Vincenzo troverà amici e tifosi ad attenderlo, i ragazzini della sua squadra giovanile il Team Nibali, la sua gente che già oggi ha avuto modo di applaudirlo nella sua provincia, sulle sue strade di allenamento. Vero che molti avrebbero voluto vederlo vittorioso, sul breve strappo in salita, molti parrebbero chinare la testa di fronte all’età che avanza, quasi a scusarlo di un passo che sembrerebbe più lento.

Eppure Vincenzo ha “appena” 36 anni, un bambino al cospetto dei 41 anni di don Alejandro e piuttosto che lento il suo passo sembra felpato: mai darlo per vinto. Il finale di oggi è stato asfissiante, con l’ultima salita verso Caronia affrontata come se in cima ci fosse l’arrivo in Paradiso, verso il quale anche Antonio, fratello di Vincenzo ed insieme a Filippo Fiorelli il terzo siciliano in gara, ha aperto il gas per favorire la scrematura del gruppetto a vantaggio del fratello più grande.

Domani la resa dei conti, i favoriti alla vittoria finale li abbiamo visti tutti all’opera oggi, chi guardandolo in faccia come lo spagnolo Valverde appunto, Vincenzo Nibali ed il giovane italiano Covi, piazzatosi appena alle spalle del fuoriclasse murciano. Altri i protonisti nell’ombra, ma dai quali domani è lecito aspettarsi sorprese: uno su tutti lo scaltrissimo elbano Simone Velasco, oggi quarto sul traguardo.

Simone è un appassionato dell’Etna, insieme nel marzo scorso abbiamo scalato più volte le salite protagoniste della tappa di domani, mentre soggiornava in quota per un lungo stage in altura, diviso tra bici da strada e mountain bike. Due giorni fa ragionavamo proprio sulle pendenze della salita di Scorciavacca e mi chiedeva se era <quella dove ci ha staccati Rota>. Sì, proprio quella: quasi dieci chilometri “bastardi”, coi primi 3 chilometri facili fino a Nunziata, poi uno sparo verso l’Etna prima della picchiata finale verso l’arrivo di Mascali. Il trampolino di lancio per chi domani vorrà vincere il Giro di Sicilia 2021.