Parigi Roubaix, Colbrelli vince ed entra nell’Olimpo del ciclismo

di Fabio Bologna

Benvenuti all’inferno” recita la Cote simbolo della Parigi Roubaix, ed inferno è stato. La Classica delle classiche è stata contraddistinta dalla pioggia che ha reso il tracciato veramente difficile, soprattutto i tratti in pave’. I volti dei ciclisti segnati dal fango ed i completini resi tutti uguali, ci hanno proiettati in una dimensione surreale che ancora di più ci fa innamorare di questo sport.

Chi si aspettava una sfida a due tra Mathieu van der Poel ed il belga Wout Van Aert è rimasto incantato invece dagli italiani Moscon e Colbrelli. Il belga ha mostrato di non avere la gamba dell’olandese. Ci ha provato ma a metà gara ha tirato i remi in barca, mentre MVDP un talento puro che stavolta non si è fatto trovare impreparato dalle solite crisi che in passato hanno macchiato le sue prestazioni, soprattutto nelle gare di un giorno. Un fuoriclasse che ha pennellato curve al limite ed ha fatto vedere la tecnica sopraffina del Re del ciclocross. Dietro di lui un Sonny Colbrelli con una gamba esagerata. Non ha mollato di un secondo ed è stato sempre a ruota dell’olandese ed a 16 km dall’arrivo ha provato anche ad allungare.

Sfortunato Gianni Moscon. Il Trentino va via da solo a 60km dal traguardo ma una foratura prima, ed una scivolata a 20 km dopo, gli tolgono una vittoria storica che sembrava ormai a portata di mano, forte del minuto di vantaggio sul trio formato da Van ser Poel, Colbrelli ed il belga della Lotto Soudal Vermeersch. Quest’ultimo la vera sorpresa in assoluto, che assieme a Colbrelli non ha mostrato mai cedimenti. A 2 km è Vermeersch che prova lo stacco ma viene subito ripreso. Si arriva all’ultimo tratto di pave’, la Cote simbolica che anticipa l’ingresso al velodromo. Dopo 6 ore si entra nel Tempio che rappresenta l’olimpo del ciclismo. Colbrelli è a ruota di MVDP, si sente il suono della campana che segna l’ultimo giro. Parte Vermeersch è testa a testa con Colbrelli, ma questo è l’anno del Cobra e non ce n’è per nessuno. Si prende una vittoria storica a completamento di una stagione difficilmente irripetibile. Dopo il titolo nazionale, l’europeo, arriva la vittoria forse più bella, quella della Parigi Roubaix, quella che non si scorda.

Il pianto di Sonny è inarrestabile e fa da colonna sonora all’ingresso dello sfortunato Moscon che chiude al 4 posto. Un grande Colbrelli ci riporta alla vittoria dopo 22 anni