Green Pass: ecco cosa dispone il Protocollo Sanitario FCI

di Giuseppe Ortale

Con l’entrata in vigore del Green Pass obbligatorio anche la Federazione Ciclistica Italiana si allinea alle disposizioni dell’ultimo DPCM del Governo Draghi; vediamo cosa prevede il Protocollo Sanitario Federale.

Il Protocollo per lo Svolgimento degli Allenamenti e delle Competizioni Sportive è molto chiaro in materia di Green Pass; il certificato “è reso obbligatorio per tutti gli atleti di ogni categoria e per tutti i soggetti coinvolti nello svolgimento di allenamenti e gare, anche a titolo di volontariato e/o in possesso di contratti esterni, l’essere in possesso della Certificazione Verde Covid – 19 in corso di validità da esibire su richiesta dei soggetti verificatori”.

Disposizioni nette e chiare che non lasciano spazio ad ulteriori interpretazioni; ci sono comunque delle eccezioni che riguardano tutti gli atleti under 12 e i soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della Salute. Per queste due categorie, in attesa di un nuovo DPCM che stabilisca le modalità di verifica, possono essere utilizzate le certificazioni rilasciate in formato cartaceo fino al 30 Novembre 2021.

Il certificato potrà essere rilasciato alla fine di comprovare:

  1. lo stato di avvenuta vaccinazione, sia al termine del ciclo di vaccinazione che dopo la prima dose nel caso di vaccini a due dosi;
  2. la guarigione dall’infezione da SARS – Cov – 2;
  3. l’effettuazione di un test molecolare o antigenico con esito negativo.

Tale disposizione vale su tutto il territorio per tutti gli atleti e i soggetti anche di nazionalità estera, siano essi residenti in Italia o all’estero, che debbano accedere a qualsiasi titolo alle zone gialle e verdi dei siti di allenamento e gara.

Ancora più stringente il protocollo sanitario per l’accesso ad eventi UCI per tutti gli atleti appartenenti alla categorie internazionali (Junior, Under 23, Professionisti, Donne Junior e Donne Under 23); per loro è previsto doppio tampone molecolare 6 e 3 giorni prima delle gare, il cui esito deve essere ovviamente negativo e comunicato dal medico responsabile degli atleti “accompagnato” dall’effettuazione di un questionario clinico. L’obiettivo del doppio tampone, preventivo, è quello di creare la cosiddetta “bolla”.