“Ciclisti Maledetti”, FCI prende posizione sulla satira di Ormar Fantini
di RedazioneCiclismo01 Novembre 2021 - 17:08
In questi giorni sono emersi alcuni fatti incresciosi che hanno avuto una risonanza importante perché originati da programmi TV. Ci riferiamo alla diffusione di alcuni messaggi, promossi come satirici, contro il mondo del ciclismo e di chi va in bicicletta. La Federciclismo esprime il dissenso assoluto verso questi episodi. Tale posizione non vuole essere una censura verso la satira, ma un biasimo verso messaggi che contribuiscono a creare un sentimento generale in cui prevale l’intolleranza. La Federazione, in collaborazione con Istituzioni ed altri enti, sta invece lavorando per realizzare progetti che sensibilizzino l’attenzione da parte degli automobilisti nei confronti dei ciclisti e più in generale per il rispetto tra tutti gli utenti della strada. Basta ricordare gli impegni nelle Scuole primarie e secondarie sull’educazione stradale, in collaborazione della Polizia di Stato e il Ministero della Pubblica Istruzione.
Tra queste attività rientra anche l’importante iniziativa legata al tema della sicurezza stradale che sarà trattato dal consigliere federale Gianantonio Crisafulli e dal presidente della Commissione Sicurezza Roberto Sgalla domani, martedì 2 novembre a Roma, in occasione del Focus sulla sicurezza organizzato dall’ACSI.
L’impegno della Federazione, in questo campo, non è rivolto soltanto al mondo dei professionisti e degli agonisti, che ogni giorno si allenano sulle strade, ma anche alle tante famiglie e singoli soggetti che attraverso l’uso delle bicicletta nelle città esprimono un importante messaggio di sostenibilità e rispetto dell’ambiente. La FCI sta valutando come far valere i diritti di queste persone ed esprime preoccupazione per come certi tipi di satira, invece, possano portare un nocumento a questi sforzi per la creazione di una cultura del rispetto e della tolleranza. La Federazione si batte e si batterà sempre con tutte le energie a disposizione per difendere l’altissimo valore sociale che il ciclismo sa esprimere.