Indice di Sportività, Sicilia terra di talenti figli di un Dio minore. Siamo ancora ultimi

di Fabio Bologna

Sembrerebbe anacronistico, leggendo la classifica elaborata da Pts Class e pubblicata dal Sole 24 Ore a fine settembre, vedere la nostra regione occupare gli ultimi posti in Italia per quanto riguarda l’indice di sportività nazionale. Ci viene da pensare al solito complotto di un Sistema che vuole, per forza, mortificare una terra florida e dal potenziale inestimabile. La Sicilia fanalino di coda per l’ennesima volta. Non è possibile, pensiamo, “ce l’hanno con noi”! subito esclamiamo. Come può la terra che, negli ultimi 20 anni, ha sfornato campioni del calibro di Nibali, Elios Manzi, Alice Mangione, Antonio Trio, Filippo Randazzo, Tony Cairoli, Cecchinato, Stefano Maniscalco, Giovanni Visconti, Damiano Caruso e tantissimi altri atleti che hanno dato lustro e portato medaglie all’Italia, ad occupare gli ultimi posti per indice sportività? Chiaro e per nulla difficile. Non trattasi di complotto ma della cruda e sacrosanta verità.

Mettiamo da parte l’orgoglio, fermiamoci a riflettere pochi secondi e subito ci renderemo conto che neanche  uno, tra i campioni sopra menzionati,  ha fatto la propria fortuna ed ha costruito il proprio successo in Sicilia. Sono stati tutti costretti ad emigrare, anche soltanto per avere la possibilità di potersi allenare in strutture adeguate. Lo studio commissionato dal Sole 24 Ore ci dice che, su 107 province, Agrigento è in penultima posizione, Caltanissetta 105,  Enna si trova in 103^ posizione, Trapani 91^, Palermo 89^, Messina 83^. Vanno “meglio” Ragusa e Catania, rispettivamente 74^ e 73^ e Siracusa 69^. Una classifica amara da digerire, ma ancor più incomprensibile è la dichiarazione del Vicepresidente del Coni Sicilia Enzo Falzone che afferma “che la graduatoria nel complesso non è drammatica.” Un plauso a Falzone per il coraggio dimostrato! La situazione è più che drammatica, poiché rispecchia una situazione che si ripete negli anni e che non lascia intravedere nessun cambio di rotta. Sicilia terra senza speranza, è questa la verità. Dal 2011, anno in cui fu stilata la prima graduatoria nazionale, non è cambiato pressoché nulla, e nel 2021 Palermo continua ad essere l’unica città metropolitana a non avere un palazzetto dello sport. Eppure tanti soldi sono stati stanziati nell’ultimo biennio per fronteggiare i danni arrecati dalla pandemia allo sport, e tra i tanti stanziamenti una buona percentuale sono stati dirottati per la riqualificazione degli impianti. Quanti progetti sono stati presentati in Sicilia?  Anche li, su una media nazionale, la Sicilia non ha brillato per intraprendenza.

Ma sarebbe ingiusto e potrebbe sembrare fuorviante accollare le colpe della drammaticità nella quale riversa lo sport siciliano sui nostri amministratori, poiché il problema non ricade soltanto sull’impiantistica regionale, bensì ha radici più profonde che trovano una risposta nell’ottimismo cieco di Falzone. Leggendo nel dettaglio la Classifica completa  che analizza i vari settori che determinano il risultato finale dell’indice di sportività di una regione ci si rende conto che quello che manca è proprio la volontà di investire sullo sport, sia come strumento formativo e di crescita individuale, sia come opportunità che l’intero indotto potrebbe generare. La Sicilia fanalino di coda in tutto, anche nel numero di tesserati Coni e presso gli EPS, nonché come numero di dirigenti e società sportive. Ma il dato che più ha attirato la nostra attenzione riguarda la voce Sport Turismo e Natura in cui, con la 60^ posizione di Siracusa come miglior provincia siciliana , raggiungiamo l’apice del fallimento. Come può una regione che vanta bellezze e clima unici in Italia e che negli ultimi anni è stata riscoperta e rivalutata da turisti che arrivano da ogni dove, a non adoperarsi per un’azione programmatica che ponga l’interesse verso un indotto che ha fatto la fortuna di regioni meno belle e blasonate della nostra. “Purtroppo lo sport viene sempre relegato agli ultimi posti nell’interesse istituzionale di questa città e di questa regione – afferma Giulia Noera, giornalista e nuotatrice palermitana. “Senza rendersi conto che lo Sport, con la S maiuscola, è soprattutto un presidio sociale, turistico e sanitario. Insomma: investe molti più comparti di quanto si consideri. La scorsa settimana ho anche partecipato ad un tavolo di discussione nazionale per un disegno di legge che preveda la defiscalizzazione delle spese sportive, in quanto ‘anche’ sanitarie. Atti concreti per portare le persone a comprendere il valore assoluto dello sport.”

Già lo scorso anno scrivemmo un articolo sui risultati relativi al 2019. È veramente avvilente leggere e scrivere del continuo divario tra nord e sud in qualsiasi campo, ma è difficile sperare in un cambiamento futuro, lo aveva gia intuito qualcuno molto prima di noi:

Prendete un problema di qualunque natura (politico, sociale, culturale, tecnico o altro) e datelo da risolvere a due italiani: uno milanese e l’altro siciliano. Dopo un giorno, il siciliano avrà dieci idee per risolvere questo problema, il milanese nemmeno una. Dopo due giorni, il siciliano avrà cento idee per risolvere questo problema, il milanese nessuna. Dopo tre giorni, il siciliano avrà mille idee per risolvere questo problema, e il milanese lo avrà già risolto.

(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)