Torna a far parlare di sé Alessio Cuccia, atleta palermitano Down e punta di diamante della società Cobisi Team, che non si è accontentato del titolo di campione d’Italia di tennis paralimpico Fisdir per la sua categoria (C21), ma ha arricchito il proprio curriculum con il conseguimento di un’altra importantissima onorificenza: quella della Racchetta Siciliana, titolo assegnato ogni anno dalla FIT (Federazione Italiana Tennis) a tutte le eccellenze che si sono distinte nell’ambito del tennis, del wheelchair tennis, nel padel e nel beach tennis. Il premio è stato conferito ieri, 19 dicembre 2021, in occasione della Festa delle Racchette Siciliane 2021, svoltasi presso il Teatro Garibaldi di Enna. Un anno complesso quello di Alessio Cuccia, fatto di avvenimenti che hanno messo a dura prova il proprio futuro sportivo, che si è trasformato nella più grande delle opportunità per l’atleta C21 (Sindrome di Down) campione d’Italia di tennis e che ieri, a Enna, lo ha visto inserirsi di diritto tra gli atleti paralimpici più rilevanti e promettenti del panorama tennistico sia regionale che nazionale. Una circostanza tanto straordinaria quanto unica nel suo genere, che ha sottolineato quanto il mondo sportivo paralimpico (nello specifico, quello che riguarda le neurodiversità) e tradizionale stiano accorciando sempre più le distanze tra loro e stiano ponendo i prodromi per un futuro sempre più inclusivo.
“La presenza di Alessio e l’assegnazione di questo importante premio ai suoi meriti sportivi rappresentano un cambiamento ed un passo avanti per lo sport davvero significativo – ha detto Giuseppe Cobisi, responsabile tennis per il Sud Italia della Fisdir -, soprattutto perché è la prima volta che la FIT assegna questo riconoscimento ad un atleta con disabilità intellettivo-relazionale. Questo premio fa felice Alessio e rende orgogliosi noi che abbiamo sempre creduto in lui – ha proseguito Cobisi -, ma ciò che ci ha colpiti particolarmente è stato vedere tutti gli atleti paralimpici sul parco abbracciarsi e sorridere insieme. È stato un momento fondamentale – ha concluso – che ha rappresentato non solo un’inversione di rotta epocale, ma anche un segno tangibile dell’inizio di una nuova visione dello sport”.