Il messinese Antonio Ricciari pronto per la partenza della Dakar 2022

di Omar Menolascina

E’ scattato in conto alla rovescia di Antonio Ricciari in vista della Dakar 2022. Il pilota messinese sarà il primo concorrente siciliano della storia allo start della celebre corsa con validità nel mondiale FIA che gareggerà alla Dakar Classic.

Il messinese Antonio Ricciari

Lunedì partirà per Jeddah, la città dell’Arabia Saudita che accoglierà i partecipanti alla Dakar. La competizione inizierà il 1 gennaio da Ha’Il con la prova di Shakedown che determinerà l’ordine dello start. L’arrivo è previsto per il 14 gennaio a Riyadh. Oltre 8000 i chilometri da percorrere, con 12 tappe e 4300 km di prove speciali. La più insidiosa si annuncia la “Tappa Marathon”, che si svolgerà senza assistenza tecnica per due giorni, ma anche le prove di Navigazione con Cap saranno particolarmente selettive.

La sua Mitsubyshi Evolution 3.5 da alcune settimane ha già raggiunto il porto di Jeddah, sede delle verifiche sportive e tecniche a cura dell’organizzazione ASO. I tecnici della Rteam RalliArt, scuderia italiana per la quale corre Ricciari, hanno messo a punto la vettura pronta a dare a battaglia in un percorso affascinante e pieno di insidie.

Ad affiancare Ricciari come navigatore ci sarà Marco Giannecchini, esperto pilota del team e già campione italiano con Renato Rickler, team manager del gruppo, al Tout Terrain, e abile navigatore di rallye. Nella Dakar Classic, Ricciari se la vedrà con 148 agguerriti equipaggi in categoria Classic.

“Mi sento abbastanza pronto, anche se nessuno sa cosa aspettarsi veramente alla Dakar – dichiara Ricciari -. Della gara sappiamo poco, ma ogni giorno che passa l’organizzazione ci sta fornendo delle informazioni che serviranno ad affrontare questa avventura fatta di scenari e terreni incantevoli e nello stesso tempo ricchi di imprevisti. La vivrò giorno per giorno tra le dune e le rocce nei deserti dell’Arabia Saudita.

Le speciali saranno molto selettive nella tappa Marathon e nelle prove di orientering con il solo ausilio del GPS e senza radar, emozioni e difficoltà che soltanto la Dakar può dare e che appunto la contraddistingue da tutte le altre corse al mondo. Affronteremo questa sfida con l’impegno che è richiesto sia fisico che di concentrazione, da qui in avanti non ci è concesso mollare la presa, daremo il massimo fino in fondo e come ogni tanto mi concedo di dire: se non sei qui con la soluzione fai parte del problema”.

Mitsubyshi Evolution 3.5 del pilota peloritano

In questi mesi, si è preparato scrupolosamente con allenamenti specifici e seguendo un regime alimentare controllato per essere pronto ad affrontare “i digiuni” della Dakar, dove sarà possibile alimentarsi, soprattutto, con barrette proteiche, bevande ipocaloriche ricche di vitamine e sali minerali. “Avremo giusto il tempo per riposare e dormire qualche ora e poi saremo sempre in auto – aggiunge Ricciari -. L’imprevisto mi affascina, ma so anche quanto sarà importante essere razionali per superare gli ostacoli che compariranno lungo il cammino”.

Ricciari vanta ottimi piazzamenti al Campionato Italiano Endurance, oggi CCR (Cross country rally), al Trofeo Mitsubishi ed in altre prestigiose manifestazioni nazionali ed internazionali. E’ tornato alle corse dopo 12 anni, su invito della Rteam Rallyart ed ha deciso di correre alla Dakar per coronare il suo sogno di sempre. Il suo numero di gara sarà l’816. Lo scorso ottobre alla Baja Troia Turkey, terza tappa della East European Tout Terrain Series, tenutasi a Çanakkale, località a 400 km da Istanbul in Turchia, si è piazzato 11esimo nella classifica assoluta e secondo nella classe T1. Non si è potuto svolgere, invece, a causa del Covid un pre-test ad Errachidia in Marocco.

“Tutto questo, però, ormai conta poco, cuore e testa sono già proiettati alla gara – conclude – i dubbi ed i problemi in questo periodo storico non sono mancati, ma la mia famiglia mi sta sostenendo e sono felice anche del calore dimostratomi, in questi mesi, dalla mia città, dagli amici, dalla stampa e dai siciliani. Non vedo l’ora di capire anche io quello che i miei colleghi mi hanno sempre detto e cioè: dopo la Dakar la tua idea sulle corse non sarà più la stessa”.