La squadra allenata dall’esperto coach Giorgio Valli (che ha preso il posto di Gennaro Di Carlo), allo start di partenza, era tra quelle che ambivano ai piani alti della classifica. Il roster costruito in estate è infatti pieno di talento, esperienza e punti nelle mani … forse con rotazioni non lunghissime, ma i sette big a referto sono di prim’ordine. Le cose, dopo un avvio di stagione convincente, sono andate un po’ diversamente, con gli Stings a navigare in zone pericolose di classifica, e soprattutto con 9 sconfitte consecutive sul groppone. Da lì il cambio di guida tecnica, con Valli alla ricerca di un’inversione di tendenza, nuovi equilibri, verso posizioni più consone al talento a disposizione. Le redini della squadra sono affidate a Marco Laganà (1993) che nella sua carriera è stato frenato esclusivamente dagli infortuni che gli sono occorsi. Devastante in campo aperto, in virtù di doti atletiche non comuni e dell’energia che getta sul parquet, in entrambi i lati del campo. L’1c1 è la specialità della casa ma garantisce alla squadra anche preziosi assist e le sue indubbie qualità di difensore. Pecca invece nella precisione al tiro, soprattutto da fuori (al momento 29% da tre). Per lui finora 13.1 p.ti, 3.9 falli subiti, 5.2 rimbalzi (molto bene per il ruolo) e 2.8 assist a match. Non è di certo un timido, con tanti tentativi dal campo e viaggi in lunetta. Un neo, le quasi 3 perse di media. Troviamo poi il talento dell’ala del 1991 Hollis Thompson che, dopo aver giocato nella prestigiosa Georgetown University, vanta esperienza “vera” in Nba con i Sixers, nelle cui fila sfiora il 40% da tre nei quattro anni lì disputati, e nella stagione 2015/16 raggiunge quasi la doppia cifra di media. Tanto basta per rendersi conto della cifra tecnica dello U.S.A. di Mantova. Nelle uscite stagionali finora ha alternato “ventelli” a prestazioni meno entusiasmanti, bloccandosi al tiro da fuori (31% dai 6.75). Assicura una gran mano a rimbalzo, con più di 6 a match (grazie alla notevole struttura fisica) e nei rifornimenti ai compagni (2.2 assist di media), segno che “vede” bene il gioco. Non proprio, però, un giocatore che attacca il ferro, poiché preferisce affidarsi alle sue eccellenti doti balistiche. Per lui anche 15.8 p.ti (51% da due) e 2.6 falli subiti ad uscita. Altro atleta da piano di sopra, la guardia serba del 1997 Vojislav Stojanovic che ha disputato tanta A, prima nel triennio con l’Orlandina (nell’ultima stagione chiude con 11.2 p.ti, 5.1 rimbalzi, 4.3 assist), poi nel biennio con Cremona. Giocatore punto di riferimento offensivo, in virtù di una certa confidenza col canestro. Ama prevalentemente giocare in campo aperto, e buttarsi dentro attaccando il ferro, stante la sua notevole forza fisica. Non a caso subisce tanti falli, cattura per il ruolo parecchi rimbalzi ed, in aggiunta, costruisce gioco chiudendo il referto con diversi assist. Di contro qualche persa di troppo (quasi 4 per gara) e non certo onfire dalla distanza (21% da tre). I suoi numeri: 17.2 p.ti (55% da due), 3.6 falli subiti, ben 7.2 rimbalzi e 4.3 assist per volta. Male dalla lunetta, con appena il 57%. Sul perimetro c’è anche la guardia, con importanti annate in doppia cifra a Verona, Ferrara e Udine, Riccardo Cortese (1986) che dal campo conclude con buone medie dalla distanza, la specialità della casa che usa con prevalenza (38% da tre, su quasi 6 tentativi di media). Può prendere fuoco da fuori in qualsiasi momento mentre non ama più di tanto attaccare il ferro (pochi falli subiti e viaggi in lunetta). Finora limitato da guai fisici, più in generale deve gestire il passaggio da protagonista assoluto a gregario e specialista di lusso. Le sue cifre, 9.8 p.ti (36% da due), 3.1 rimbalzi e 2.3 assist ad allacciata di scarpe. Poi c’è il lungo Antonio Iannuzzi (1991) che ha fatto tanto piano di sopra (Torino, Brindisi e Varese), e l’anno scorso ottenuto la promozione in A con Napoli. Centro con punti nelle mani che fa sentire la sua notevole tecnica individuale nel pitturato, avendo doppia dimensione, sia dal post basso che dalla media fronte a canestro. Può viaggiare in “doppia doppia”, facendosi sentire su entrambi i lati del campo. Subisce tanti falli, ed è un insospettabile assist-man, soprattutto dal post alto. Fatica dalla lunetta e tende a qualche persa. Tante responsabilità per lui in attacco. Va a referto con 13.3 p.ti (50% da due), 4.8 falli subiti, 8.7 rimbalzi, quasi 2 assist per partita. Di contro, 3.2 perse a match ed il 55% ai liberi. Non ha raggio dai 6.75. Ha saltato tante gare Matteo Ferrara (1997) che è l’atletica ala piccola che non fa certo mancare i suoi proverbiali “voli” sopra il canestro, grazie a gambe a dir poco esplosive. Rimbalzi e stoppate se li porta da casa, migliorabile invece il suo senso tattico ed il tiro dalla distanza (pur concludendo poco dai 6.75). Giocatore solido, che tira da due ben sopra il 60%. Atleta. Prezioso tatticamente, poiché può giocare da “quattro” atipico che apre il campo. Viaggia con 5.4 p.ti (63% da due, 20% da tre), 4.1 rimbalzi ed un migliorabile 56% dalla lunetta. Poi la guardia, ex Montegranaro, Napoli ed Orzinuovi, Martino Mastellari (1996) che tira prevalentemente da tre, con un insolito 30% su quasi 6 tentativi a match. A referto con 6 p.ti e 2.2 rimbalzi per gara. Perimetrale. Raro vederlo dentro l’arco dei 6.75 (specialista, di rado attacca il ferro o gioca uno contro uno). In corsa è arrivato il play-guardia, ex Trapani, Gabriele Spizzichini che ha disputato 5 gare, contribuendo alla causa con 5.2 p.ti, 2.6 falli subiti, ben 5 rimbalzi e 3 assist a match. Benissimo da due (67%), molto meno da tre (29%). Esterno di grande impatto fisico, che attacca bene in post basso e tira giù tanti rimbalzi, mentre difetta nella precisione al tiro. Sostanza ed energia. Poi i giovani, Manuel Saladini (playmaker del 2002) che è il più pronto, come dimostra l’inizio di stagione (2.8 p.ti in 11’, ed un eccellente 41% da tre), il pivot del 2001 Beniamino Basso (10’ di parquet e 2.2 rimbalzi di media) e il 2/3 del 2002 Armando Verazzo, finora invece ai margini delle rotazioni.