Questo mese di Febbraio porta una una brutta notizia per tutti gli amanti del nuoto, della pallanuoto e per la città di Trapani. Infatti, tramite un post sul proprio profilo Facebook, la società Aquarius annuncia la chiusura della Piscina Comunale sita in Via Tenente Alberti. Dopo aver resistito al primo lockdown, alla crisi pandemica ed alla diffusione della variante Omicron, l’associazione sportiva si è dovuta piegare al recente caro bollette.
Il presidente Sergio Di Bartolo ha definito la situazione paradossale perché proprio in un momento di calo nelle iscrizioni i costi salgono a dismisura. Inoltre, è stato reso pubblico anche l’ammontare dell’aumento di gas e luce. Nell’ultimo trimestre, per l’energia elettrica, si è passati da una spesa di 10.555€ a quella esorbitante di 20.255€ con un aumento che sfiora il 100%. Stessa cosa per il gas utilizzato per riscaldare ambienti, acqua della vasca e acqua sanitaria, si è andati da una spesa di 12.050€ nel 2019 a quella di oltre 25.000€ del 2021, nonostante i consumi siano rimasti pressochè invariati.
Di fronte a tali cifre, e con un settore già martoriato dalla crisi, anche le resistenze più strenue vengono meno e la chiusura per quanto estremo è una scelta obbligata. Però, per capire meglio le motivazioni che hanno portato a questa sofferta decisione abbiamo parlato con Salvatore Giacomazzi, portavoce degli istruttori e dei collaboratori della società.
Ciao Salvo, com’è la situazione? «Lo dico senza mezzi termini, sono molto preoccupato. Fermarsi è una scelta che non piace a nessuno, dirigenza, istruttori, atleti e genitori compresi. Già riprendersi dopo il primo lockdown non è stato per nulla semplice ma stando così i fatti non si può andare avanti. Per il settore agonistico e la pallanuoto ci siamo accordati con la piscina Provinciale per questo mese di Febbraio ma è una situazione puramente temporanea, per tamponare e permettere ai ragazzi di mantenere la condizione fisica».
Di Bartolo ha parlato di un calo delle iscrizioni, puoi aggiungere qualche dettaglio? «Questa è una delle cosa che fa più amarezza. Prima del riacutizzarsi dei contagi nelle vacanze natalizie eravamo riusciti a riprenderci, avevamo tra i 60/70 bambini a lezione, senza contare gli adulti e lì la situazione era ancora gestibile. Ma a Gennaio la piscina si è, praticamente, svuotata e le spese sono lievitate; il che è paradossale».
Voi eravate anche disposti a donare il compenso di Febbraio alla società. «Si, questa proposta è stata avanzata durante l’ultima riunione con lo staff ma sarebbe stato un palliativo, non la soluzione al problema».
E quale potrebbe essere una soluzione valida? «Secondo me più che comunale servirebbe un’intervento a livello regionale se non nazionale. Tutto il settore del nuoto sta attraversando un momento critico, anche a Palermo delle piscine stanno chiudendo. Noi, abbiamo avuto un tavolo tecnico con il sindaco Tranchida ed il vice Abbruscato che hanno capito le nostre esigenze e a breve faremo un’altra riunione dove verranno coinvolti esponenti anche della Regione».
In chiusura Giacomazzi ha voluto lasciare un messaggio che racchiude l’essenza della Piscina Comunale e dell’Aquarius. «La cosa che mi preme sottolineare, e che ho già evidenziato, è il valore sociale della nostra realtà sportiva. Aquarius rappresenta una risorsa essenziale per il territorio. Penso, soprattutto, a tutti quei disabili che utilizzavano giornalmente l’impianto sia per fare terapia sia per superare l’isolamento sociale. A loro si aggiungono migliaia di ragazzi che sono venuti a nuotare con noi, tra cui i pallanuotisti che sono cresciuti nel nostro Settore Giovanile ed hanno giocato nelle nostre squadre di C (maschile) e B (femminile); i nuotatori agonisti seguiti dalla categoria esordienti-C fino agli Assoluti. Questa piscina è un riferimento per tanti trapanesi e ne abbiamo avuto una prova anche con i numerosi messaggi di solidarietà arrivati sui nostri social. Speriamo di trovare una soluzione a breve e poter riaprire».
Ringraziamo Salvatore Giacomazzi per la disponibilità e la società per la collaborazione