Il Palazzetto dello sport di Santa Lucia del Mela, in provincia di Messina, sarà intitolato a un’icona del calcio italiano: Paolo Rossi. L’Amministrazione Comunale luciese del sindaco Matteo Sciotto ha approvato in Giunta la proposta, accogliendo la richiesta avanzata dallo Juventus Club Gaetano Scirea, punto di riferimento locale. <<La scelta è stata motivata dai meriti sportivi e dalle qualità umane. Pablito, come veniva chiamato, è entrato nei cuori degli italiani dopo il mitico campionato del mondo del 1982>> si apprende dal Comune di Santa Lucia del Mela.
Paolo Rossi, nato a Prato nel 1956, è scomparso due anni fa a causa di una malattia, lasciando la moglie Federica Cappelletti e i tre figli Alessandro, Maria Vittoria e Sofia Elena. Pablito sarà per sempre l’eroe del Mondiale di Spagna. Dopo essere rimasto a secco nella fase a gironi, in cui l’Italia di Bearzot aveva terribilmente stentato rimediando tre striminziti pareggi, l’attaccante si scatenò al momento decisivo, trascinando la squadra verso un traguardo inimmaginabile alla vigilia del torneo.
Straordinaria tripletta al Brasile nella mitica gara del Sarrià, doppietta in semifinale alla Polonia e un gol, ad aprire le marcature, nel 3-1 inflitto in finale, al Bernabeu, alla Germania Ovest. La Coppa del Mondo alzata al cielo di Madrid l’11 luglio 1982 il punto più alto della sua carriera. Prodezze che gli valsero anche il titolo di capocannoniere della manifestazione e il successivo Pallone d’oro. Paolo Rossi, esploso nel Vicenza, è stato per anni una “bandiera” della Juventus, con cui ha vinto due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea.
Il Palazzetto di Santa Lucia del Mela, presso cui Paolo Rossi si era recato in visita qualche anno fa, porterà adesso il suo nome. <<La richiesta di intitolazione – afferma l’assessore allo sport Benedetto Merulla, anche presidente dello Juventus Club – è motivata dai meriti sportivi e dalle qualità morali e umane di Paolo. Pablito era una persona normale, tranquilla, una persona sincera che amava il calcio. Un esempio di lealtà da trasmettere ai giovani (e non solo) che si avvicinano allo sport e nell’estate del 1982 è diventato un “eroe” nazionale entrando nel cuore di tutti gli italiani. Momento in cui una Nazione intera aveva voglia di lasciarsi alle spalle tutto il peso degli anni di piombo e delle loro rivendicazioni. C’era la voglia di tornare a vivere, a divertirsi, a riassaporare la vita. E la vittoria di quel mondiale fu esattamente questo: un immenso urlo liberatorio di un popolo che voleva rialzare la testa. In tutta Italia si susseguono le iniziative dedicate alla sua memoria e siamo orgogliosi che sia stata accolta la nostra proposta>>.