Gregorio Paltrinieri: nulla avviene per caso

di Marco Mattia Conti

Gregorio Paltrinieri: nulla avviene per caso

In questi giorni è stato molto bello leggere delle imprese di Gregorio Paltrinieri a questo Campionato Mondiale, vederle innanzitutto e poi leggerne le gesta o le interviste a lui o al suo staff.

Ricordiamole brevemente: si comincia male, un 800 metri in vasca quasi mai protagonista, nuotato male, senza una buona tattica e un quarto posto deludente, anche se in molti poi hanno chiosato che ormai con questi fenomeni in giro la parabola di Paltrinieri era ormai in discesa e non si poteva più fare altro.

Ma due giorni dopo ecco che nei 1500 metri stile libero avviene il miracolo, gara di testa, sempre sotto il vecchio record mondiale, i diretti rivali sempre più lontani e tutti a salire sul carro del vincitore; il giorno dopo medaglia di bronzo nella staffetta 4×1500, quindi il secondo posto nella 5 km e infine la vittoria nella 10 km, distanza olimpica ricordiamo, in compagnia dell’amico di mille allenamenti e battaglie Domenico Acerenza.

Nulla avviene per caso. Analizzando il fenomeno Paltrinieri ricordiamoci intanto che è il più longevo tra i gran fondisti in circolazione, proviene da una scuola, quella del Moro, che ha forgiato tanti e tanti campioni, poi sul più bello ne esce e sceglie le acque libere, anche oltre la vasca, e si affida ad un allenatore giovane, ex buon atleta, emergente e appassionato e lentamente ma costantemente si migliora, sia in vasca sia soprattutto in acque libere.

Abbiamo avuto il piacere e la fortuna un anno e mezzo fa di ospitarlo nella piscina della Cittadella dello Sport di Siracusa per diversi mesi e sentendo sia lui che soprattutto il suo allenatore Fabrizio Antonelli capiamo che nulla avviene per caso.

Paltrinieri è come tutti i grandi campioni, una persona normale, molto disponibile, sempre sorridente, umile, ma al contempo determinata e con ancora tanta voglia di vincere e di stupire, ma soprattutto la natura lo ha dotato di un motore che nessun altro ha, nessuno credetemi. Antonelli ci spiegava che Paltrinieri è l’unico o tra i pochi al mondo che porta il proprio motore al massimo, mantiene questo massimo e addirittura riesce anche a superarlo, il massimo, con grande, apparente, naturalezza.

Pensate ad una macchina da corsa che fa girare il proprio motore al massimo dei giri consentiti, dopo un poco fonde o meglio deve scendere di valori per non fondere, bene Paltrinieri non fonde, anzi può andare ancora più veloce dei giri massimi consentiti al suo motore senza fondere.

Ovviamente, proprio perchè nulla avviene per caso, il tutto va allenato, oltre a questo ci sono le tattiche di gara, la perfetta conoscenza dei propri rivali e un poco di sana follia e fantasia tutta italiana. Si lavora per esaltare i punti di forza, ma si cerca di smussare anche i punti deboli per non prestare il fianco al nemico o portarlo fuori giri, come nel caso della 10 km o del 1500 metri in vasca.

I rivali: il tedesco Wellbrock, l’ucraino Romanchuk, l’americano Finke, sono grandi atleti, fenomeni in tutti i sensi, ma non sono Paltrinieri, e lo sanno bene e si allenano per controbattere le invenzioni di uno dei migliori atleti italiani e internazionali di tutti i tempi, paragonato a Mennea, a Pantani, a Tomba, ma lui è Paltrinieri, uno che sa bene che nulla avviene per caso…

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