Atletica leggera: Alice Mangione in finale con la 4×400 ai Mondiali

di Omar Menolascina

La siciliana Alice Mangione è in finale con la 4×400 femminile ai Mondiali di Eugene. Una grande soddisfazione per la campionessa di Niscemi (classe 1997), che ha confermato il suo carattere nell’ultima frazione della batteria in un quartetto compatto, equilibrato e con la fame richiesta quando si indossa la maglia azzurra.

Il quartetto azzurro ai Mondiali (foto Colombo/FIDAL)

All’inizio Anna Polinari, riserva a Tokyo, al debutto in una grande rassegna con il testimone tra le mani, ha atteso il proprio momento e ripagato il team con un primo quattrocento da 53”18, scattando dalla quarta corsia. Polinari lancia Ayomide Folorunso (al quinto turno di gara a Eugene dopo i due della mista e i due nei 400hs), che sfoggia la consueta travolgente energia (51.59). Sul rettilineo opposto Ayo recupera una posizione, scalzando la frazionista del Canada, mentre in testa veleggia la Giamaica. Virginia Troiani (52.30) riceve il bastoncino da terza, si fa infilare dal Canada, ma tiene alla grande sulla retta finale e innesca Mangione, che regala un brivido.

Testimone passato a Mangione (foto Colombo/FIDAL)

L’atleta dell’Esercito deve proteggersi con le braccia per non scontrarsi con la frazionista canadese, che cedeva il testimone. È soltanto un flash, il pericolo dura un attimo, perché Mangione la dribbla e si lancia all’inseguimento delle avversarie dalla quinta piazza. È agli ottanta metri dalla fine, che intuisce lo spazio lasciato all’interno dall’ultima frazionista polacca e si butta dentro per assicurarsi la quarta posizione, che vale il primo tempo di ripescaggio (3’28”72) e l’eliminazione a sorpresa delle polacche.

L’Italia è tornata, così, in finale a nove anni da Mosca 2013 (sesto posto e poi squalifica), mentre i migliori piazzamenti restano gli ottavi posti di Atene 1997 e Siviglia 1999. Adesso l’appuntamento con la storia è fissato nella notte italiana tra domenica e lunedì, alle ora 4.50, nella gara che concluderà il programma iridato di Hayward Field.

LE FOTO (Colombo/FIDAL) sono tratte dal sito www.fidal.it.