Il padel resta uno sport libero ed indipendente. Almeno per il momento.

di Fabrizio Messina

I NUMERI PARLANO CHIARO. Come riportato dal Global Padel Report, lo studio sul padel realizzato qualche mese fa da Deloitte e Playtomic: 10.147 sono i nuovi campi installati negli ultimi due anni, circa 98 alla settimana. Al primo posto, con 3.811 club, resta sempre la Spagna. A seguire l’Italia con 1.452 campi: un incremento pazzesco del +301%. E poi, Svezia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Brasile…. Sono ormai più di sette milioni gli aficionados di questo sport.

GIOCHI DI POTERE.  Da quando il gioco inventato, un po’ per caso ed un po’ per necessità, da Enrique Corquera è diventato lo sport più in crescita al mondo, la sua gestione sta vivendo, tuttavia, continui attacchi al potere, mirati a per prenderne in mano la gestione, fatti di cause ed aule di tribunali. Si sa, le buone opportunità fanno gola un po’ a tutti. E il padel è oggi diventato un fenomeno globale che muove interessi economici sempre più importanti.  Dal piccolo affitta-campi di periferia al grande business-man, tutti vogliono mettere le mani su questo affare e prendersi, non soltanto una singola fetta ma, tutta la torta nella sua interezza.

SETPOINT EVENTS. Il primo protagonista in ordine cronologico di questo assalto è stata la Setpoint events S.A. , società ideatrice e  proprietaria del World Padel Tour, il circuito più conosciuto e più importante del mondo del padel. Nato nel 2013, Il WPT dapprima si affiancò all’esistente Pro Padel Tour e poi, attraverso una guerra combattuta a forza di cause legali, con l’appoggio dell’Associazione dei Giocatori Professionisti (AJPP) e l’Associazione Femminile di Padel Spagnola (AFEP), ne prese definitivamente il posto. Oggi, il World Padel Tour annovera tra le sue fila,  quantomeno fino a poco tempo fa , i più importanti e conosciuti campioni del momento. Giocatori del calibro di  Fernando Belasteguin, Paquito Navarro, Pablo Lima, Juan Martin Diaz, Juan Lebron per citarne solo alcuni che, se da una parte hanno tratto visibilità e prestigio dall’impatto mediatico offerto ai loro successi dalla capacità organizzativa del circuito, dall’altro hanno reclamato per gli scarsi guadagni ed accusato la stessa Setpoint events di  comportarsi da monopolista, tenendo per se la maggior parte degli introiti e vincolando gli atleti ad accordi anti-economici ed anti-concorrenziali.

PREMIER PADEL. Detonato, almeno in parte, l’ordigno realizzato da Fabrice Pastor con il suo “ATP Padel Tour”, la società detentrice del World Padel Tour sembra tuttavia, costretta sua volta, come accade per quella organizzatrice del Pro Padel Tour, a doversi piegare          al potere persuasivo del denaro. Questa volta si tratta di petrol-dollari, quelli di Nasser Ghanim Tubir Al-Khelaï.  Politico ed ex tennista qatariota, presidente della Federazione Quatariota Tennis e della Federazione Asiatica tennis, presidente del Paris Saint-Germain, dell’Fc Miami city e dell’European Club Association.  Al-Khelai, con il suo fondo sovrano Qatar Sports Investments e con il sostegno della Federazione Internazionale Padel e della Associazione dei giocatori di padel professionisti, ha creato il nuovo circuito “Premier padel” per competere a pieno titolo con il più noto World Padel Tour.

Risale proprio a qualche giorno fa la notizia che  una sentenza del Tribunale Arbitrale Civile e Commerciale di Madrid ha sostanzialmente respinto la richiesta presentata da Setpont events per fermare il nuovo circuito Premier Padel, attraverso l’inibizione a prenderne parte imposta ai giocatori già aderenti al WPT.

Un momento delle qualificazioni del primo torneo del Premier Padel Tour svoltosi al Khalifa International Tennis & Squash Complex

OPEN. Il padel sta affrontando, oggi, in buona maniera ciò che circa 50 anni fa ha vissuto il mondo del tennis quando, nel 1968, si sancì il passaggio all’era “open”: con la conseguente  riunificazione del circuito dilettantistico (che ricomprendeva l’embrione di quelli che oggi vengono chiamati “tornei del Grande Slam”) e di quello professionistico (fatto prevalentemente di esibizioni; pochi tornei e parecchi, tanti, soldini).

Da un lato, quindi, l’interesse dei giocatori a vedere remunerati i loro successi, dall’altro quello dello sport che persegue il suo obiettivo primario: stabilire il “numero uno del ranking”.

ATTACCO ALL’INDIPENDENZA ED ALL’INTEGRITA’ DELLO SPORT.  Restando in tema, “il tennis e le sue influenze sul mondo del padel”, continuiamo la nostra breve disamina sugli scossoni e sui cambiamenti subiti dal mondo del padel, accennando al recente tentativo fatto dalla Federazione Tennis Internazionale di inglobare lo sport del padel tra le discipline da lei governate. Un tentativo andato a vuoto ma che, leggendo le carte, sembra solo posticipato di qualche mese. Citando le parole del presidente della Federazione Internazionale Padel, l’italiano Luigi Carraro: “un attacco all’indipendenza ed all’integrità dello sport”.

INGLOBARE. Già federazione di riferimento per il beach tennis, oltre che ovviamente del tennis, la ITF ha inserito, infatti, tra gli ordini del giorno della sua ultima Assemblea Generale tenutasi a Glasgow la settimana scorsa, quello relativo all’intenzione di annoverare il padél tra le discipline rientranti sotto la sua egida. Così recita in sintesi la motivazione: “Alla luce del crescente numero di federazioni tennistiche nazionali che hanno già assorbito le rispettive federazioni nazionali padel”.

Come riportato nel documento della ITF, sono almeno venticinque le federazioni nazionali membri che hanno assunto la giurisdizione sul padél; mentre almeno altre quindici sarebbero le nazioni che avrebbero chiesto all’ITF di assumere un ruolo di leadership nel governo del mondo del padel.

FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS E PADEL. In Italia, la Federazione Italiana Gioco Padel (F.I.G.P.) nacque nel Febbraio del 1991, ma solo nell’aprile del 2008 il padel venne definitivamente riconosciuto dal C.O.N.I., attraverso l’inserimento del “Settore Padel” nell’ambito della Federazione Italiana Tennis che, da quel momento, ne governa le azioni.

E se fino a quel momento era rimasto un fenomeno ristretto alla passione di pochi amici, nel volgere di poco meno di due lustri, ha registrato una crescita esponenziale non solo di campi ma anche di tesserati e proprio in conseguenza di ciò la FIT, in occasione della sua ultima assemblea, ha modificato il suo nome in “Federazione Italiana Tennis e Padel”, riconoscendo al padel un ruolo di pari livello a quello del tennis.

La presentazione del nuovo logo della “Federazione Italiana Tennis e Padel”

VARIANTE DEL TENNIS. Secondo la Internationl Tennis Federation, continua la motivazione: il padel non  è altro che una variante del tennis, non soltanto per la similitudine nel sistema di punteggio adottato e per le palline impiegate per giocarlo (che recita, testualmente: “sono visivamente e strutturalmente identiche”, come dare torto) ma, anche e soprattutto, almeno per quanto attiene alle motivazioni inerenti il diritto sportivo, per il fatto che il padel si sia sviluppato in questi anni all’interno dei tennis club, grazie all’apporto di coaches, arbitri e giocatori provenienti proprio dal mondo del tennis.

Perciò, conclude la motivazione, “nell’interesse delle federazioni, del tennis e del padel stesso sarebbe opportuno includere quest’ultimo tra le discipline governate dalla ITF”, anche in veste della sua auspicata inclusione tra le discipline ammesse ai giochi olimpici estivi, aggiungo io.

SODDISFAZIONE MOMENTANEA?  Oggi è una vittoria per l’indipendenza e l’integrità dello sport; per i nostri giocatori, per i fan di Padel; e per tutte le istituzioni dello sport mondiale che promuovono e tutelano l’indipendenza di altri organismi sportivi” ha esultato Carraro all’indomani della Assemblea della ITF che di fatto ha visto la bocciatura della delibera. Ed il presidente della FIP ha anche aggiunto: “è anche una clamorosa sconfitta per i dirigenti sportivi interessati che cercano di farsi strada attraverso risoluzioni per inghiottire gli sport in via di sviluppo.”

Queste le parole di Luigi Carraro che poi ha ringraziato le federazioni e le associazioni dei giocatori che non hanno appoggiato la ITF, invitando a continuare a lavorare uniti per il bene del padel. “Ringraziamo tutte le federazioni nazionali di tennis che hanno sfidato la propria federazione internazionale e hanno difeso il padel: “siamo entusiasti di continuare a lavorare insieme per far crescere il nostro sport mano nella mano. Ringraziamo la Professional Players Association per aver alzato la voce con gli stessi giocatori, che sono il cuore pulsante del nostro amato sport. Ringraziamo anche tutte le nostre federazioni nazionali di Padel in tutto il mondo per aver difeso l’integrità del nostro sport.”

Ma c’è da scommettere che nel volgere di qualche mese, avremo importanti novità e cambiamenti.