Il pallone racconta: 1974 e 1978 e un filo sottile tra Olanda ed Argentina

di Redazione

Chi c’era quando in Germania fiorirono i Tulipani? E chi nel ’78 quando il mondo conobbe l’Argentina? Chi c’era quella sera, quella notte in cui l’Argentina divenne campione del mondo per la prima volta? Olanda-Argentina. Ecco forse questo quarto di finale del campionato del mondo qatariota, (alla pari dell’altra sfida tra Inghilterra e Francia), è quello che più di ogni altro ci porta lontano nella Storia calcistica. Si, Storia, quella con la S maiuscola.

E allora partiamo subito con il raccontarla questa storia, arzigogolando tra politica e calcio come in un dribbling su un prato verde, sperando di non rimanere incagliati in buche che il tempo ha scavato nella nostra mente, facendoci dimenticare qualcosa che spezzi il filo che ci lega come un corda in mondo avaro, ma solo apparentemente, al sentimento. È il 1974 quando arriva ai mondiali una squadra in maglia arancia, l’Olanda, ma sarebbe più giusto chiamare Paesi Bassi (ci scusiamo con il lettore su questa disquisizione geografica).

Erano i tempi in cui l’Ajax raggiunse l’apice della gloria.  In quel mondiale c’è “la migliore gioventù” in quella squadra. Che stupirà il mondo. Sin da subito. E per tanti motivi. Innanzitutto per il tipo di gioco che fece storcere il muso a tanti puristi od ortodossi del calcio. Rinus Michels, Ct dell’Olanda, nel costruire una squadra formidabile non ci impiegò molto. Bussò alla porta di Ajax e Feyenoord e trovo il massimo del calcio europeo: Cruijff, Neeskens, Haan, Krol, Rep, Rensenbrink, Van Hanegem e tanto altro. L’Argentina in quel mondiale non lascio il segno tranne quello di superare il primo turno proprio ai danni dell’Italia di Valcareggi. Furono infatti i sudamericani a mandare a casa quello che rimaneva dell’Italia dei messicani dilaniata da guerre intestine di spogliatoio. Italia e Argentina nel girone D pareggiarono 1-1 ma per differenza rete si qualificarono Kempes e compagni che fecero compagnia ad una stratosferica Polonia.

Allora, superato il primo turno si entrava nella seconda fase con un altro girone. Olanda e Argentina finirono nello stesso girone con il Brasile. Olanda -Argentina 4-0, dice già tutto. Segnarono Cruijff, Krol, Haan e ancora Cruijff. L’Olanda andò in finale. Si era in Germania. Anzi in Germania Ovest. Vinsero Beckenbauer, Breitner e compagni e battendo in finale una grande Olanda. Anche se non fu facile perché gli olandesi passarono in vantaggio subito con Neeskens ma poi vennero raggiunti e superati da Muller e Braitner. E così fu che i panzer calpestarono i tulipani. Nel 1978 altra finale persa per gli Orange: contro i padroni di casa argentini. Fu un campionato del mondo bellissimo che però non premiò le migliori squadre come l’Olanda e l’Italia, quella di Bearzot, Paolo Rossi, Cabrini, Zaccarelli, Causio e Bettega che batté l’Argentina nell’ ultima gara del primo girone di qualificazione.

E fu proprio l’Olanda ad eliminare gli azzurri nel girone della seconda fase con gli azzurri che erano passata in vantaggio ma che poi raggiunti e superati da due reti dalla distanza che attirarono molte critiche a Dino Zoff. L’Argentina era arrivata in finale grazie ad 6-0 molto strano sul Perù e grazie al quale Kempes e compagni poterono superare per differenza reti un Brasile fortissimo che poi battè gli azzurri nella finalina per il terzo posto. Quella finale tra Argentina e Olanda aveva un po’ di tricolore, l’arbitro Gonella, quello della finale di Coppa Italia tra Palermo e Bologna. L’Argentina sotto una terribile dittatura doveva vincere, lo voleva il potere per dimostrare la propria forza ma lo volevano anche la gente, gli oppressi, gli oppositori politici. Per non spegnere definitivamente i riflettori del mondo in quel pezzo di Sud America. E così fu. Quello che doveva essere il mondiale di Videla si trasformò nel Mundial della gente o meglio del popolo che percepì un’aria, seppur precaria, di libertà lì dove tutto era proibito. Ma il mondo guardava e allora di poteva osare. Il mondiale si trasformò in un terribile autogol per la dittatura argentina che rantolò per qualche altro anno, per la lasciare il posto alla democrazia e alle madri di Plaza de Mayo. Torniamo alla finale. Una battaglia, con risse, gomitate in una bolgia indescrivibile nell’inverno australe.L’Argentina, subì l’iniziale pressione degli avversari, poi rispose con un ottimo calcio sino alla fine del primo tempo. Bene il capitano Passarella, lucido a centrocampo con Ardiles e pericolosissima in avanti per l’efficacia di Bertoni e le puntate centrali di Kempes che realizza il gol dell’1 a 0. L’Olanda ha avuto dalla sua tutto il secondo tempo, che ha condotto In attacco con lucidità e potenza schiacciando gli avversari nella loro metà campo, sino a raggiungere Il pareggio con un colpo di testa del terzino Poortvliet. Poi. i supplementari. Gli argentini hanno avuto il merito, nella bagarre generale, di conservare quel tanto di lucidità necessaria che ha consentito loro di spingere con Kempes e Bertoni due palloni nella porta di Jongbloed. Finirà 3-1.Argentina in trionfo. Olandesi ancora vice-campioni del mondo.