Se ne va un pezzo di Storia del ciclismo, con la S maiuscola. È morto oggi all’età 85 anni Vittorio Adorni che ha scritto pagine indelebili arrivando sul tetto del mondo, conquistando il titolo iridato nel 1968 quando il campionato del mondo si svolse in Italia e precisamente ad Imola. Passò professionista nel 1961 in un epoca di grandi campioni, da Nencini ad Anquetil e stavano per nascere le grandi stelle come Merckx e Gimondi.
Adorni fu campione tra i campioni con le epiche battaglie sulle strade rosa e al tour de France. Nel 1965 vinse un Giro durissimo con un distacco su Zilioli, secondo, di 11’26”. Terzo il suo compagno e amico Felice Gimondi. In quel Giro disegnato in modo anomalo con partenza da San Marino, discesa in Sicilia e poi le Alpi per scendere nuovamente lungo la penisola e arrivare a Firenze, Adorni indossò la maglia rosa a Taormina dopo la crono di 50 km partita da Catania e battendo il suo compagno di squadra Gimondi arrivato a 1’22”.
Le sue migliori stagioni con la Salvarani e la Faema. Nel suo palmares tante vittorie in ogni angolo d’Europa. Vinse due volte il Giro di Romandia (1965, 1967) e il Giro di Svizzera (1969). Sfiorò la vittoria al Giro d’Italia nel 1968 ma fu battuto da un giovane ragazzo che arrivava dal Belgio… Eddy Merckx. Vittorio Adorni appesa la bicicletta al chiodo salì in ammiraglia e come direttore sportivo, guidò campioni come Marino Basso e Felice Gimondi.