Biomeccanica:“Non è bello ciò che è bello ma è buono ciò che funziona”

di Alessandro Mansueto

Storpiando un vecchio detto, ma con concetto molto simile, inizia questo articolo dedicato alla biomeccanica; infatti, il concetto di bellezza non è assoluto ma è relativo e lo stesso vale per il movimento umano, il quale non per forza si richiede “bello” ma deve essere efficiente, abile e funzionale al compito per cui viene richiamato.

Parlando di movimento dobbiamo focalizzarci sul ruolo della postura. Questa esprime una funzione pratica dell’equilibrio tra sistemi muscolari, strutturali e anatomici, a cui si aggiungono le influenze percettive del sistema nervoso centrale e periferico, questo insieme lo riassumiamo in sistema posturale.

Il sistema posturale, grazie ai recettori suddivisi in esterocettori, propriocettori e intercettori, percepisce feedback dalle terminazioni nervose e le invia al cervello il quale elabora e risponde grazie ai muscoli che fungono da effettori, con azioni e strategie per mettere in atto il movimento più adatto a sodisfare il compito a cui è chiamato, tenendo conto di tutte quelle circostanze, endogene ed esogene, che influiscono sul sistema tonico posturale.  Parlando delle influenze endogene la postura è strettamente legata alla vita emotiva, fino ad esserne l’espressione stessa per il mondo esterno, ecco perché possiamo definire la postura come espressione dello stato di salute psicofisica di un soggetto.

Esempio pratico è il sassolino dentro la scarpa, in maniera riflessa troverò un modo per avvertire meno fastidio, questo porterà a poggiare più sull’altro piede, a camminare in maniera disagiata creando sovraccarichi articolari e nel tempo patologie. I “sassolini” a cui siamo sottoposti sono diversi e influenzando il movimento è fondamentale capirli, valutarli e prendere le giuste precauzioni.

La condizione posturale può modificarsi in tempi lunghi ma anche da un giorno all’altro. Il sistema stomatognatico, ad esempio, può subire interferenze nel giro di poche ore per una semplice otturazione o estrazione di un dente; anche la rigidità muscolare o problemi dell’apparato digestivo possono influenzare il nostro benessere e di conseguenza attivare il sistema posturale nel trovare una nuova strategia al fine di compensare un nuovo elemento.

Nello sport e nel ciclismo in particolare sono molti gli esempi di non belli ma efficaci; Chris Froome, vincitore di quattro Tour de France, non è certo un Adone per stile, ma sicuramente è perfetto nel concetto di funzionale.

Anche Peter Sagan nasconde “difetti” nel suo atteggiamento, non abbiamo dati certi ma guardando in video la sua posizione sembrerebbe che le ginocchia siano in varo con accentuazione dell’arto destro, la stessa gamba che in ben due occasioni di gara ha giocato brutti scherzi.

Nella terza tappa del Tour de France 2017 ai cento metri dal traguardo, in piena spinta, il piede destro ruotò all’esterno sganciandosi dal pedale, lo stesso incidente è capitato nel finale della gara in linea del Mondiale di Richmond sullo strappo di Governor Street, in quell’occasione riuscì ad agganciare nuovamente in pochi secondi e vinse il primo dei tre mondiali di fila.

Come loro tanti altri ciclisti del presente ma anche del passato non sono belli da vedere ma efficaci nell’azione specifica della pedalata. Purtroppo anch’io riscontro quasi giornalmente nel mio lavoro atleti che cercano o sono stati consigliati ad una posizione “teoricamente” lineare e simmetrica, molte volte vincolando il movimento con l’intento di renderlo “in linea”, ma come detto non sostenibile dal loro sistema tonico posturale, motivo per cui in biomeccanica applicata non possiamo scindere l’uomo dall’atleta e bisogna tenere una visione più olistica che specifica, analizzando prima l’individuo nella sua totaltà e poi il movimento del ciclista.