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Filippo Fiorelli a Roma uno sprint imperiale

Uno sprint in uno scenario unico al mondo. L’ultima tappa del Giro rappresentava per Filippo Fiorelli una prova fuoco per riscattare un Giro che non è stato quello che doveva essere nelle previsioni. E il settimo posto della quinta tappa Atrepalda-Salerno, quella della famosa caduta di Cavendish nei metri finali e che ha condizionato proprio il risultato finale del ragazzo di Ficarazzi che ha dovuto fare l’equilibrista per restare in piedi nei 20 metri finali. Questione di equilibrismo metafora di vita che si adatta al ciclismo. A Roma Fiorello con un’incredibile serpentina finale ha recuperato almeno quattro posizioni per uno sprint e un terzo posto finale in una citta unica e in una tappa speciale sptto gli occhi di un siciliano particolare, il presidente Sergio Mattarella. Un Giro tormentato dal maltempo che per metà percorso ha messo a dura prova la resistenza dei ciclisti.  “Sapevo – ha detto ieri Filippo Fiorelli subito dopo l’arrivo sotto l’altare della Patria – che non ci sarebbero state altre occasioni per fare un risultato, dovevo dare una svolta a questo Giro d’Italia in cui sono stato parecchio sfortunato, specialmente nell’episodio della quinta tappa con Cavendish. Ho fatto fatica a riprendermi completamente dopo gli infortuni alla gamba e alla mano, il freddo non ha aiutato e ho preso il raffreddore qualche giorno dopo. Oggi ho fatto una bella volata, forse avrei potuto fare di più perchè ho rimontato diverse posizioni e sono partito molto dietro, questo podio rappresenta un bel riscatto per me, sono estremamente felice”. Il terzo posto “romano” è per Fiorelli il risultato della sua caparbietà. Mai domo, nel segno dì Cavendish come a Salerno anche a Roma.

 

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Published by
Roberta Sucato