Michael Woods ha vinto la tappa del Puy de Dôme. Il tanto atteso duello tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard si è svolto negli ultimi 1,5 km di gara con lo sloveno che è riuscito a recuperare 8″ sul danese che però ha mantenuto la maglia gialla.
La corsa. Pronti via, si è partiti da Saint-Léonard-de-Noblat e subito 14 corridori sono andati in fuga: Clément Berthet (AG2R-Citroën), Michael Woods e Guillaume Boivin (Israel-Premier Tech), Matteo Jorgenson e Gorka Izagirre (Movistar), Matej Mohoric (Bahrain Victorious), Neilson Powless (EF Education-EasyPost) , Pierre Latour e Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies), David De La Cruz e Alexey Lutsenko (Astana), Victor Campenaerts (Lotto-Dstny), Jonas Abrahamsen e Jonas Gregaard (Uno-X). Il gruppo ha provato a inseguire al km 20 ha deciso di rinunciare.
Il distacco tra la fuga e il gruppo della maglia gialla è salito oltre i 10 minuti sulla Côte de Felletin (km 74.8) dove il detentore della maglia a pois Powless è passato per primo. Il distacco si filata a 11’40’’. C’è l’attacco Boivin nel gruppo di testa. Qui finisce l’equilibrio tra gli attaccanti. Boivin dopo quattro chilometri di fuga è ripreso ma non torna la quiete. Dopo di lui ci provano in tanti. Jorghenson va via ai -47 km della fine. Lo seguono con 15″ di ritardo Mohoric, Burgaudeau, Powless e De La Cruz. Ci sono due gare. La fuga è il primo teatro dove si deciderà il vincitore di tappa e poi c’è un palcoscenico diverso a 7 km dove si respira aria di battaglia, dove gli uomini di classifica sono pronti ad aprire il gas . A 3 km dalla fine, Jorghenson ha un vantaggio di 1’20” su Mohoric. Dietro c’è la rimonta strepitosa di Woods che da solo superato lo sloveno e Jorghenson. Il canadese va a vincere, per la gloria e per la storia, al Puy de Dôme. Pogacar accelera quando manca 1,5 km all’arrivo. Vingegaard perde qualche metro ma non molla. La maglia bianca guadagna una manciata di secondi ma non riesce a fare il vuoto. E così quando arriva sul traguardo si ritrova con un tesoretto di 8″ da decurtare dal vantaggio in classifica del danese. Vingegaard infatti mantiene il comando della classifica generale per 17″. Domani c’è la prima giornata di riposo.
“Sono orgoglioso di me – Michael Woods, vincitore della tappa con arrivo sul Puy de Dôme – e orgoglioso della mia squadra. È speciale vincere qui. Ho 36 anni, ne compio 37 quest’anno, non sono più giovane.Vincere una tappa del Tour de France era il mio obiettivo finale e per poter vedere la finestra chiudersi su di me. Quello era l’obiettivo. Vorrei poter dire che questa vittoria di oggi era programmata ma per come si stava correndo, io ero l’uomo più marcato. Ho dovuto essere paziente e non pensare alla vittoria quando stavo dietro a Jorgenson. Non pensavo di beccarlo ma solo di dare il meglio di me. È molto simile alla vittoria che ho ottenuto a La Vuelta nel 2018: partenza molto veloce prima della ripida salita finale. E ce l’ho fatta alla fine nonostante la sofferenza. È un sogno che si avvera. Le persone fantastiche che ho intorno, a cominciare da mia moglie e dai miei figli, lo hanno reso possibile”.”Non è una grande vittoria… ma una piccola vittoria. Sono super felice, oggi ero abbastanza rilassato fino all’ultima salita. Ho sentito subito sulle mie gambe che stavo bene. Ho aspettato sino a – 1,5 km. Quando ho iniziato il mio attacco, ho visto la sua ombra sulla strada che mi stava inseguendo cercando di eguagliare la mia accelerazione. Sentivo che le mie gambe erano a posto, quindi ho continuato a spingere finché non si è aperto un varco… e, da allora in poi, ho continuato ad andare. I ciclisti, come ogni atleta, amano vincere in ogni gara a cui prendono parte. nel gruppo c’erano ottimi corridori che meritavano anche una vittoria come questa. Inoltre, abbiamo imparato dall’anno scorso che non dovremmo inseguire la vittoria in ogni tappa. Questa salita è super bella e sarebbe più bella con più spettatori. Ero un po’ spaventato perché tutti mi dicevano che era super ripido e super duro… ma in realtà sembrava che stessimo volando su per la strada. Avevo la mia famiglia qui e sono super felice di vederli. Inoltre, dato che oggi non ci sono molte persone qui, posso parlare un po’ di più con loro”.
“Sarebbe stato più bello guadagnare secondi che perderli – ha detto Vingegaard – sono arrivato al Tour sapendo che la prima settimana mi andava meno bene di quella che verrà, quindi essere in maglia gialla alla fine del la prima settimana mi soddisfa. Mi sentivo abbastanza bene oggi, tuttavia Tadej un po’ meglio di me. Oggi non volevamo puntare alla vittoria di tappa ma se non avessimo controllato, il distacco sarebbe stato di 40 minuti. È stata un’esperienza molto dura ma molto bella correre fino al Puy de Dôme e non vedo l’ora che arrivino le Alpi”.