Tour’23: ultima possibilità per Pogacar. Giulio Ciccone per un sogno nel ricordo di Marco Pantani

di Valentino Sucato

 

Dopo la crono di oggi, l’attesa per la tappa di domani assume ancora di più il valore di ultima occasione. Il distacco accusato di oggi da Pogacar non è certo una quisquiglia. Anzi. Risulta essere un grosso fardello. E per almeno tre motivi che andremo a spiegare. Se si perdono, in generale, 20″ nelle prime tappe hai tutto il tempo per recuperare. Ma se si perdono alla 16ª tappa allora il peso specifico cambia. Secondo: perdere 1’38” quando ne hai 2′  di vantaggio non è grave ma se  perdi 1’38  dopo 16 tappe caratterizzate da equilibrio incredibile e con un distacco che è oscillato in media intorno ai 10″, allora è diverso. Quando, ed è il caso di Pogacar, fai una crono super sino a distanziare gente come Van Aert,  ma ti batte il diretto interessato con una prestazione da marziano, come se ne esci psicologicamente? L’ansia da prestazione dunque potrebbe giocare brutti scherzi.  Tutto a favore del danese che deve solo sapere gestire 108″ secondi di vantaggio sullo sloveno e che non sarebbero tanti in Tour normale. Ma quello di quest’anno è un Tour maledettamente equilibrato per cui Pogacar dovrà fare di tutto, missione quasi impossibile, per staccare il “francobollo Vingegaard”. Le condizioni domani ci sarebbero, almeno sulla carta, con l’ ultima tappa alpina. Che presenta comunque la salita più dura per ultima a chi chilometri dal traguardo e dunque altra nota dolente per Pogacar perché nel caso volesse sferrare un attacco avrebbe poi poco spazio per acquisire un consistente distacco. Ammesso che Vingegaard non abbia la forza e le energie per reagire. Saint-Gervais Mont Blanc – Courchevel con 165.7 km e 5000 metri di dislivello è un vero e proprio tappone da cerchiare con il colore…giallo. Il Col des Saisies di 13.4 km al 5.1% con tratti sono all’8% e la Cormet de Roselend, 19.9 km al 6%, divisi tra i 12 km al 7.2% del Col du Méraillet e il tratto finale di circa 6 km al 6.5%. La successiva discesa tecnica conduce al fondovalle di circa 13 km, per salire al Col du Tra, 11.5 km, con il GPM posto a Longefoy dopo 6.6 km al 7.5%. Difficile dire come evolverà la corsa: ma ai piedi di Courchevel, se non è successo prima, sicuramente esploderà. Si arriverà a Le Praz per andare a Méribel e salire il Col de la Loze: in tutto sono 28.1 km al 6%, ma va divisa tra il primo tratto (11 km al 6.6%), quello più semplice (salita pedalabile o discesa) con cui si arriva a Méribel e gli ultimi 11.5 km all’8.4% di media e punte fino al 24%. Dalla vetta al traguardo ci sono soltanto 6.6 km e non sono tutti di discesa: c’è un primo strappo in doppia cifra di circa 400 metri a 2.5 km dall’arrivo e poi l’impennata finale (max 18%) sulla pista di atterraggio di Courchevel. Qui si decide il Tour. E per noi italiani, anche nel ricordo di Marco Pantani che qui conquista la sua ultima vittoria al Tour, ci potrebbe essere qualche bella soddisfazione: vero Giulio Ciccone?