Tour’23: oggi tappa per velocisti. Gli italiani sperano nella maglia a pois

di Roberta Sucato

Dopo la crono e l’ultima delle tappe alpine si torna con una frazione per velocisti o almeno per quelli che sono rimasti. Per loro si tratta della penultima chiamata prima della passerella finale di Parigi. La Moûtiers – Bourg-en-Bresse di 184.9 km presenta con varie ondulazioni nella parte centrale della tappa che non saranno certo un problema per la carovana. Gli ultimi 80 km sono un tavolato con un dentello di circa 2 km al 3% che si trova qualche chilometro prima di Revonnas a -15 km al traguardo. Troppo breve ma soprattutto troppo lontano dal traguardo per stimolare un attacco di un finisseur. Il finale è poi piuttosto semplice anche sotto l’aspetto planimetrico: dai -6 ai -2 km ci sono soltanto 4 rotonde, mentre l’unica vera curva ad angolo retto si trova a circa 1500 metri dall’arrivo; un’ampia curva verso destra immette nel rettilineo finale di 750 metri. Con la maglia gialla già sulle spalle di Vingegaard l’attenzione soprattutto per noi italiani si sposta sulla maglia a pois. Giulio Ciccone con 88 punti in classifica precede Gall di soli 6 punti e Vingegaard di 7. L’abruzzese ci crede ma la strada ancora è lunga. I tifosi italiani visto quel che passa il convento sperano che almeno il sogno di conquistare della maglia a pois si possa realizzare.

 

“È stato un buon risultato per la tappa – ha detto Giulio Ciccone dopo l’arrivo di ieri- Oggi ci siamo concentrati sul nostro piano e andare a tutto gas per i punti Gpm nelle prime tre salite. Skjelmose ha fatto un ottimo lavoro, mi ha messo in fuga e avevo buone gambe. Io ho speso quasi tutto a caccia di punti nelle prime tre salite, quindi ho deciso di percorrere l’ultima salita risparmiando energia. Adesso siamo vicini a vincere la classifica delle montagne, ma sarà dura perché Jonas Vingegaard è abbastanza vicino”.

Resta impressa ancora la crisi di Pogacar di ieri.

 

 

“Non mi aspettavo di avere una giornata così buona – ha detto la maglia gialla Jonas Vingegaard – È difficile da descrivere. Sono davvero sollevato. Ottenere un vantaggio di sette minuti è fantastico. Non siamo ancora a Parigi, ci sono tappe difficili da affrontare e io sono sicuro che Tadej cercherà di fare qualcosa, ci sono ancora alcune cose entusiasmanti in arrivo in questo Tour. Ero dietro a Tadej quando è caduto. È stato un peccato per Tadej che sia successo. Abbiamo aspettato che tornasse dopo la caduta per non approfittare di questa situazione. È difficile dire se l’incidente abbia inciso della sua prestazione e sulla sua crisi”.

 

“Sono morto – ha esordito Pogacar in conferenza stampa – Questa è ovviamente una grande delusione, e sicuramente non quello che volevo all’inizio. Non so cosa mi sia successo. Ho provato a mangiare il più possibile ma niente mi è andato alle gambe. Mi è rimasto tutto nello stomaco. Ero davvero vuoto prima della salita del Col de la Loze. Se non avessi avuto un così grande supporto nella salita, avrei potuto perdere il podio. Ho continuato a lottare con Marc Soler, sono grato a lui e a tutti i miei compagni di squadra. Il mio incidente è venuto da una situazione molto sfortunata. Il ginocchio non mi fa molto male a causa della caduta, solo un po’. Ma non so come possa avermi influenzato. Devo dire che è stato uno dei peggiori giorni della mia vita in bici. Ma dovevo continuare a lottare, quindi Marc Soler mi ha davvero spinto al limite e ce l’abbiamo fatta fino al traguardo. Spero di riprendermi nei prossimi giorni. Possiamo vincere la tappa di sabato. Può essere una buona giornata per puntare alla vittoria. Se riusciremo a vincere una tappa lì, potrebbe essere fantastico. Quello e mantenere il podio con me e Adam Yates  sarebbe un buon risultato”.