Salute e benessere, tutto quello che non sai sull’acqua. Sapere leggere le etichette

di Fabio Buzzanca

L’acqua è alla base di tutte le forme di vita, basti pensare che in noi più del 50% del peso corporeo è costituito da tale elemento e nei bambini la percentuale tocca quasi l’80%. La sua azione è importante per l’intero equilibrio del corpo umano: regola la digestione, termoregola l’organismo, lubrifica la pelle, i polmoni e gli occhi. È grazie all’acqua se le sostanze nutritive riescono a raggiungere le cellule. Elimina le scorie attraverso la pipì e per tantissimi altri motivi che vi risparmio, l’acqua rappresenta la vita e garantisce il nostro benessere, anche a lungo termine.

Di quanta acqua ha bisogno il nostro corpo ogni giorno? La quantità è variabile: 2 litri o 2 litri e mezzo, di cui almeno 1 e mezzo direttamente e solo di acqua; il resto può provenire da frutta e verdura. Sono variabili che possono cambiare: chi fa molto sport e/o vive e/o lavora in ambienti molto caldi e secchi tende a bere di più e se non lo fa, sbaglia!

Buone abitudini

Prima di fare colazione, occorre bere. Introdurre acqua a digiuno aiuta a eliminare o diminuire il gonfiore addominale. L’obiettivo è assecondare la sete, ma di non aspettarla: bisogna cercare di bere almeno 6/8 bicchieri al giorno, cioè circa 1,5/2 litri ignorando il fatto che si possa sudare di più (cosa sana e perfettamente funzionale al nostro organismo). Invogliare bambini e anziani a bere: sono le due categorie maggiormente a rischio di disidratazione. Se non riesci proprio a bere nella quantità giornaliera consigliata, cerca di farlo spesso e poco alla volta. L’acqua troppo fredda va evitata perché l’abbassamento immediato e brusco della temperatura nello stomaco può causare una congestione. Elimina o diminuisci bibite gassate, succhi di frutta, caffè, tè: scegli sempre l’acqua che non apporta calorie o sostanze che creano dipendenza come la caffeina. Non consiglio l’acqua gasata, ma se proprio la preferisci scegli un gasatore e producila a casa. Attenzione a reintegrare i sali minerali persi con la sudorazione durante le attività sportive. In presenza di stati febbrili, episodi di diarrea e vomito, l’acqua perduta va assolutamente reintegrata.

Qual è la differenza tra acqua in bottiglia (prodotto tra i più venduti in Italia) e acqua del rubinetto?

Partendo dal presupposto che tutte le acque contengono sali minerali, in bottiglia abbiamo un’acqua che sgorga in ambienti geologici naturalmente protetti e controllati (purezza microbiologica e stabilità di composizione garantita), mentre le acque di acquedotto possono provenire da laghi, fiumi o sorgenti sotterranee che prima del consumo vengono purificate e rese potabili.

Tipologie di acque minerali in bottiglia

Secondo la legge vigente in Italia, si dividono in quattro tipologie stabilite in base al residuo fisso, vale a dire dalla quantità di sali presenti e disciolti in un litro di acqua. Quando parliamo di acqua leggera, il residuo fisso non supera i 50 mg/litro; quella oligominerale o leggermente mineralizzata ha un residuo fisso inferiore a 500 mg/litro, mentre la medio-minerale può avere un residuo fisso variabile tra 500 e 1.500 mg/litro. In ultimo, l’acqua ricca di sali con un residuo superiore a 1.500 mg/litro è di solito consigliata dal medico al fine di trattare specifiche patologie.

Le acque minerali possono essere classificate anche per prevalenza di uno dei sali rispetto agli altri: le bicarbonate (bicarbonato superiore ai 600 mg/litro), solfate (solfati superiore a 200 mg/litro), clorurate, calciche, magnesiache, fluorate, ferruginose, acidule e sodiche che hanno effetti differenti sul nostro corpo.

Dunque la quantità di sali di un’acqua minerale naturale ne determina la sua destinazione d’uso. Vediamo il dettaglio.

Minimamente mineralizzata: un’acqua leggera, stimola la diuresi, indicata quando si utilizza ad esempio il latte in polvere.

Oligominerale o leggermente mineralizzata: favorisce anch’essa la diuresi, molto indicata nelle diete iposodiche proprio il modesto contenuto di sodio.

Minerale (o mediominerale): con un valore del contenuto di sali minerali tra 500 e 1500 mg/l, è molto utile nei periodi caldi o durante le attività sportive perché aiuta a reintegrare i liquidi e i sali minerali persi con la sudorazione.

Come suddetto, un’acqua con un residuo fisso superiore a 1.500 mg/litro viene indicata dallo specialista.

Indicazioni sulle etichette

Prima verifica: la presenza della dicitura Acqua Minerale Naturale cioè quell’acqua in bottiglia può essere commercializzata perché rispetta precise indicazioni di legge.

Seconda verifica: il luogo d’origine dell’acqua che è obbligatorio (così potete scegliere l’acqua, meglio se proviene dalle sorgenti di montagna).

Terza verifica: i parametri analitici. Come già detto il residuo fisso: L’acqua viene fatta evaporare a 180°C e ciò che rimane è il residuo fisso, vale a dire i minerali che non evaporano a quella temperatura. Più è alto, più l’acqua è ricca di sali minerali.

pH: acidità dell’acqua; il suo valore va da 1 a 14 ma generalmente l’acqua in bottiglia ha un pH pari a 7. Il pH dipende dagli ioni contenuti nell’acqua e può essere acido o alcalino (da 6,5 a 8).

Sodio: agisce direttamente sulla nostra salute. Dicesi acqua sodica se il suo valore supera i 200 mg/l; al contrario quando leggi adatta a diete povere di sodio, il valore è inferiore a 20 mg/l. Vi consiglio, in generale, di orientarvi sempre su un’acqua con basso contenuto di sodio visto che i cibi e la nostra alimentazione è già ricca di sale.

Come si conserva l’acqua in bottiglia?

Regole semplici e di buon senso, come quella di tenere le bottiglie al riparo da fonti di calore, dal sole e dalle luce. E ancora, meglio chiudere correttamente le bottiglie già aperte. Quando si mangia fuori, controllare che la confezione sia sigillata e che siete stati voi ad aprirla per la prima volta. È preferibile non usare il ghiaccio che può alterare il gusto e contaminare la purezza dell’acqua minerale naturale originaria. Evitare, infine, di metterle in caraffe o brocche, anche per ragioni igieniche.

Fabio Buzzanca

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