Matteo Amella, ventuno anni, scalatore, siciliano, innamorato del ciclismo e della sua isola e del mar Mediterraneo. È questo l’identikit di un ragazzo partito dal Sud che ha preso il treno dei desideri lasciando la sua San Biagio Platani e inseguire un sogno a colpi di pedale. Come hanno fatto Nibali, Visconti, Caruso. Qualche ora prima del Giro dell’ Emilia ha il tempo per riflettere su quanto si è fatto fino a questo punto della stagione e quanto si può o si deve fare.
“Oggi si svolgerà il giro dell’Emilia, poi sarò al via della Coppa Bernocchi e le Tre Valli Varesine al Giro del Piemonte e poi a fine mese ottobre ad Hong Kong. Sono quasi giunto al termine della mia prima stagione da professionista– esordisce Amella – e direi che sono soddisfatto al 90%. Credo che forse in alcune occasioni avrei potuto fare di più. Ma è normale, sono solo al primo anno e credo che abbia anche il diritto di imparare. Sicuramente quest’anno è stato un anno molto importante per me appunto come ho già detto, essendo al primo anno da professionista, ho fatto tante corse a tappe spesso ravvicinate con lunghi viaggi di trasferimento. Ma questo ci può stare, sono giovane e dunque devo crescere”.
Oggi corre per il Team Corratec, un gruppo prestigioso nel panorama ciclistici italiano che cresce di anno in anno valorizzando giovani talenti non solo italiani. La “mente” è Francesco Frassi e poi ci sono i ragazzi provenienti da vari paesi, dalla Repubblica Ceca all’Ucraina dalla Serbia alla valle del nel cuore della Sicilia quella della miniere di zolfo e di Rosso Malpelo. Qui nasce il sogno di Matteo Amella che tra queste colline a colpi di pedale si è innamorato di uno sport duro ma unico dove la fatica è gioia e dove il vento in faccia è adrenalina pura, carburante per il cuore e per i muscoli. La Sicilia, la provincia di Agrigento, le colline brulle di una terra aspra ma meravigliosa, quella del pistacchio tipico del Platani e poi i caratteristici Archi di Pasqua. È inutile girarci tanto intorno ecco la domanda: Saudade agrigentina? “Stare lontano da casa non è mai semplice ma ormai non mi pesa più di tanto. Da 4 anni manco da San Biagio dove torno per poche settimane quando abbiamo una pausa. Sono quasi sempre fuori”. Si lascia una famiglia per essere accolto da un’ altra. “Alla Corratec -continua- mi trovo benissimo. Qui è tutto a misura d’uomo senza eccessi. Al ciclista viene dato il tempo di maturare senza troppe ansie. È quando parlo di famiglia, intendo sia i miei compagni che lo staff tecnico e la società”. Oggi si corre l’Emilia una corsa storica. “Si, è vero e anche per questo sono contento di esserci. E come pedalare nella storia di questo sport. Devo continuare a lavorare, crescere, maturare ed imparare. Ho ancora un altro anno di contratto, c’è tempo per potermi esprimere al meglio, sperando di raccogliere qualcosa di più rispetto a questo anno“. Insomma, da San Biagio al San Luca, sulle strade della leggenda.