È già archiviato il successo esterno di Padova: il 9-4 rifilato alla Plebiscito ha permesso all’Ekipe Orizzonte di riprendersi la vetta solitaria del campionato di serie A1 di pallanuoto femminile e di virare alla fine del girone di andata a quota 24 a +3 proprio dalle venete sconfitte ieri, dal Rapallo e dal Trieste.
Si pensa alla sfida di sabato in Champions League a Sant Andreu. A parlare dopo la vittoria che però offre alle rossazzurre un po’ di fiducia dopo la sconfitta interna con Trieste di sabato scorso, e dà un segnale alle altre formazioni che lottano per il vertice è Martina Miceli.
Il tecnico della formazione etnea, nonché bandiera del club, sottolineato: “Siamo giunti a un punto – dice – in cui sono le nostre ragazze a dover capire realmente cosa vogliono fare, se e come lo vogliono fare. Adesso sono artefici del proprio destino ed è arrivato il momento di dare e capire cosa si vuole. Sicuramente oggi è difficile giocare per l’Orizzonte, dove sei obbligato a vincere e tutti ti dicono che lo hai già fatto ancor prima di scendere in acqua”.
Miceli prosegue parlando delle pressioni che si ha giocando in una squadra come l’Ekipe Orizzonte: “Però se si vuole indossare questa calottina – aggiunge – bisogna anche saper resistere a questa pressione, che non può essere un alibi per chi gioca in questa squadra, e credo che abbiamo delle atlete in grado di sopportarla. Sicuramente in campo nazionale siamo dove ci aspettavamo di essere, ma tra me, Tania e Renato nessuno ha mai pensato che fosse facile chiudere il girone d’andata al primo posto, perché siamo consapevoli che chi gioca contro l’Orizzonte dà sempre il 1000% e cerca di fare bella figura, anche se si tratta dell’ultima in classifica. Noi invece dobbiamo dimostrare che se siamo in vetta ci meritiamo di occupare questa posizione e dobbiamo farlo durante ogni allenamento”.
E chiude con l’analisi della stagione in Champions dove fin qui la squadra è andata – per stessa ammissione del tecnico e della dirigenza – al di sotto delle aspettative. Il bilancio di una vittoria (nel “derby” italiano con la Sis Roma) e due sconfitte dopo l’andata nel girone A della massima kermesse continentale lasciano poche speranze di qualificazione alla final four. Sabato 25 novembre la sfida col San Andreu che all’andata punì le campionesse d’Italia a Nesima smontando le prime certezze. Ma in caso di successo potrebbe anche riaprirsi uno spiraglio: a patto di vincere sempre e di cali dal Sant Andreu.
“Certamente i risultati ottenuti fin qui in Champions League hanno lasciato strascichi in tutti noi – ammette il tecnico – anche in me, perché non ci siamo mai nascosti. Quest’anno eravamo e siamo tutt’ora convinti che avremmo dovuto essere una delle squadre più forti d’Europa, però a maggior ragione in campo internazionale non bisogna solo sentirsi tali ma bisogna dimostrarlo quotidianamente, in ogni singolo allenamento, e questo sicuramente è mancato”.