Non bisogna lasciare spazio al silenzio di fronte ai femminicidi che funestano la nostra società. Perciò quello che verrà osservato oggi e domani su tutti i campi italiani di volley, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, non sarà un minuto di silenzio, bensì “Un minuto di rumore”, per ricordare tutte le donne uccise da uomini. L’iniziativa è promossa in modo congiunto dalla Federazione Italiana Pallavolo, dalla Lega Pallavolo Serie A Femminile, e dalla Lega Pallavolo Serie A Maschile.
Di una forte presa di coscienza, con un gesto altamente simbolico, c’era bisogno soprattutto dopo quanto accaduto a Giulia Cecchettin, ennesima vittima della violenza di genere. Così prima di ciascuna gara, con le squadre schierate in campo, e con atleti e atlete con baffo rosso sul volto, verrà letto da ciascuno speaker questo messaggio: “Il cambiamento culturale, vero e definitivo, dipende da noi. Non basta uno slogan per fermare tutta questa violenza, ma è necessario che ciascuno di noi faccia la propria parte. La Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità – ha attivato un numero gratuito antiviolenza e stalking: il 1522. Se necessario utilizziamolo”.
Inoltre su tutti i campi di serie A1 e serie A2 femminili, a bordo campo due paia di scarpe rosse verranno posizionate accanto alle squadre schierate, per simboleggiare la totale condanna verso ogni forma di violenza contro le donne. Quindi prima dell’inizio delle partite le capitane delle due squadre in campo leggeranno un messaggio. “Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Serve un’educazione sessuale e affettiva capillare, serve insegnare che l’amore non è possesso”, riprendendo le parole pronunciate da Elena Cecchettin, sorella di Giulia, che con la grazia del suo volto e del suo essere è entrata a far parte di ogni famiglia italiana.