Dopo Santiago del Cile, adesso Malaga. A quarantasette anni dalla prima Coppa Davis italiana, è arrivato il secondo trionfo del tennis azzurro nella competizione più affascinante e prestigiosa del tennis mondiale. Un traguardo epocale, più che storico, perchè con il successo di oggi, nella finale contro l’Australia, si apre un ciclo che promette altri allori. La squadra capitanata da Filippo Volandri, che ha risposto sul campo alle critiche ricevute mesi addietro per non aver più convocato stelle ormai appannate, ha il futuro spianato davanti, con un campione vero come Jannik Sinner a guidare una pattuglia composta da elementi più che affidabili, quali Matteo Arnaldi, Lorenzo Sonego e Lorenzo Musetti. Senza dimenticare Matteo Berrettini, che quando tornerà abile e arruolabile farà di sicuro la differenza.
La finale è stata a senso unico, con gli australiani incapaci di opporre resistenza alla forza di volontà ed alla prepotenza degli alfieri italiani oggi schierati nei due singolari giocati. Nel primo match Arnaldi ha dovuto fare fronte soprattutto contro i suoi alti e bassi, anche se Alexei Popyrin fino all’ultimo ci ha provato a mettere in cascina un punto che invece poi è finito in mani italiane, dopo un faticoso 7-5 2-6 6-4. Compiuto metà del lavoro la sensazione era di potercela davvero fare, anche perché potevamo ancora contare su un Sinner in forma straripante. E infatti per Alex de Minaur non c’è stato scampo, subissato dai colpi di un Sinner sontuoso: 6-3 6-0. Che dire? Il tennis italiano è sul tetto del mondo, ed il meglio deve ancora venire.
(foto facebook Fitp)