Campioni sì, ma forse non di stile. Freschi vincitori della Coppa Davis, i tennisti della nazionale azzurra stanno raccogliendo gli onori dovuti alla grande impresa che hanno compiuto, riportando in Italia l’insalatiera più ambita al mondo, ma si trovano ad incappare in un incidente diplomatico. Per la squadra al completo in breve è arrivato l’invito ad incontrare il capo dello Stato, Sergio Mattarella, per una cerimonia ufficiale al Quirinale, ma ahinoi l’invito è stato declinato. C’era pure la data già fissata, il 21 dicembre, come testimonia una comunicazione social dall’account ufficiale della Presidenza della Repubblica, che però non aveva fatto i conti con la fitta agenda di Sinner & Co.
L’appuntamento infatti è saltato, rimandato a data da destinarsi, a quando la squadra capitanata da Filippo Volandri sarà ritornata dal riposo, di certo meritato, ma forse un po’ troppo prolungato. I ragazzi avevano già prenotato le vacanze da tempo: questo quanto spiegato dal presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, per mettere una pezza ad un’assenza difficile da giustificare. Come conciliare l’off season dei tennisti con gli onori istituzionali? In che modo trovare un’oretta in agenda per ricevere i complimenti del presidente della Repubblica, che mette a disposizione la sua dimora di rappresentanza, quando ci si dovrebbe trovare all’altro capo del mondo su una spiaggia da favola?
Fatto sta che Mattarella dovrà attendere per porgere le sue felicitazioni al team che ha riportato in alto il nome dell’Italia del tennis, dopo tanto tempo ad aspettare un seguito alla Davis vinta nel 1976 da gente come Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli, guidati da Nicola Pietrangeli, che a novant’anni si è scomodato a volare fino a Malaga per festeggiare con i giovani campioni italiani il nuovo trionfo. Ma si sa, i tempi sono cambiati, e la Coppa Davis non è più quella di una volta, non solo per colpa della criticatissima formula moderna, ma anche per la caratura dei tennisti che vi partecipano.
(foto X Fitp)