Difficile la vita del gregario, tanta fatica e pochi onori. Ancora di più se porti un cognome importante, con il rischio di dover correre all’ombra di un idolo. Tutte cose che certamente avrà sperimentato Antonio Nibali nella sua carriera professionistica da ciclista, iniziata nel 2017 ed ora conclusa. Il fratello di Vincenzo Nibali, lo Squalo dello Stretto che ha azzannato grandi giri e classiche monumento, gli sta a ruota anche adesso, ed abbandona il gruppo una stagione dopo il ritiro del più adulto e famoso dei due messinesi della bici. Lo fa con un solo successo in bacheca, risalente al 2018 nella settima tappa di una corsa a tappe in Austria, e tanti chilometri macinati coprendo le spalle del capitano, che poi nel suo caso era anche il fratello maggiore.
Si chiude quindi l’era dei Nibali nel ciclismo, un epopea di natali siciliana ma coltivata in Toscana, con Antonio che non si vede rinnovare il contratto dalla Astana, la squadra kazaka dove nel 2021 era passato assieme a Vincenzo, assieme al quale aveva già vestito le maglie di Bahrain e Trek, e chiude qui la sua esperienza da atleta, mentre sta già studiando da direttore sportivo. E proprio in quel ruolo potrà insegnare a tanti giovani corridori la disciplina del saper stare in gruppo, magari non da protagonista, ma ricoprendo un ruolo fondamentale nelle vittorie del caposquadra, che poi sono anche le sue.
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