Addio ad un gentiluomo del ciclismo siciliano: la storia di Nino Maragioglio

di Alessandro Teri

Salemi, avamposto del ciclismo siciliano. La cittadina in provincia di Trapani fin dagli anni Cinquanta si distingue nel mondo del pedale, e gran parte del merito è di un uomo che ha dedicato gran parte della sua vita allo sport ed alla bicicletta. Il suo nome è Nino Maragioglio, sconparso nei giorni scorsi all’età di 80 anni, lasciando un ricordo indelebile per il suo impegno sul territorio siciliano, avendo ricoperto prima per anni la carica di presidente del Comitato provinciale di Trapani della Federciclismo, poi come consigliere regionale nel quadriennio olimpico 2012/2016. E proprio dal Comitato regionale, appresa la scomparsa, è stato ricordato “per il suo impegno a favore del ciclismo – si legge in un post sui social -, in particolar modo per il settore giovanile”.

Un Giro d’Onore per Nino

Meno di due mesi fa, il 10 novembre, Nino Maragioglio aveva fatto comunque in tempo a vedersi consegnata la benemerenza d’oro al merito per il ciclismo, a Milano in occasione di Giro d’Onore 2023, l’evento organizzato dalla Fci per premiare le eccellenze ciclistiche italiane. Con quell’onorificenza è stato riconosciuto l’impegno profuso prima come atleta, fino ai primi anni Sessanta, poi come organizzatore di diverse manifestazioni ed in qualità di direttore sportivo.

Una storia di ciclismo d’altri tempi

Il nome di Nino Maragioglio però va ricordato assieme a quello di Pino Fiorello, un ciclista scomparso troppo presto ed in circostanze tragiche, per una storia che sa di ciclismo eroico. Siamo a Salemi a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e Maragioglio, che si distingue per le vittorie con la maglia della Velo Trapani, viene colpito dal talento di un giovane che in bicicletta va che è un fulmine, così decide di aiutarlo nella carriera da ciclista. E fin dai primi passi Fiorello impressiona tutti, fino ad essere convocato per il Campionato siciliano allievi 1965 a Messina, dove si schiera con una biciletta regalatagli dall’amico Maragioglio, più leggera e maneggevole della sua.

Nel nome di Pino Fiorello

La corsa di Pino Fiorello è perfetta, stacca tutti e si invola verso la vittoria fino all’ultimo chilometro, quando accade qualcosa di assurdo: un’auto irrompe nel percorso di gara e lo investe, uccidendolo. Scompare così, nel più beffardo dei modi, una promessa del ciclismo siciliano, e perchè no, un futuro protagonista a fianco dei più grandi corridori italiani della sua epoca. Da allora Maragioglio, che rimane scosso per un episodio così drammatico, decide di far vivere il ricordo dell’amico, e già due anni dopo fonda il Gruppo ciclistico intitolato a Pino Fiorello. La prima delle tante iniziative a cui Maragioglio ha poi dato vita, per iniziare i più giovani allo sport più epico che ci sia.