Totò Lopez, la storia di un grande doppio-ex

di Valentino Sucato

C’era una volta, non tanto tempo fa, un campionato ricco di cosiddetti fantasisti che in maniera molto sintetica venivano chiamati registi. I piedi vellutati e le geometrie mentali trasmesse alla sfera di cuoio che rotolava erano le caratteristiche del loro Dna.

Era il campionato italiano anni ’80 che con brasiliani, francesi, polacchi e altri ancora provenienti da mille altri latitudine, un torneo che rappresentava il massimo spettacolo della “pedata” invidiato in tutto il mondo. E c’era così tanta abbondanza di fantasia che nelle serie minori a partire da quella cadetta ci si stropicciava gli occhi di “cotanta bellezza stilistica”.

Antonio Lopez che tutti chiamavano Totò

C’era in quel tempo, di miti e campioni, diventati presto leggenda un baffo pugliese, di nome Antonio, ma che tutti chiamavano Totò che di cognome faceva Lopez. Barese di nascita, comincio a dare i primi calci nelle vie polverose del quartiere Redentore, ma ben presto fu notato dai talent scout della squadra biancorossa. Così iniziò la sua carriera nelle giovanili dei galletti. Gioca nel campionato Allievi, poi nella Juniores e infine nel campionato Primavera che allora (lo diciamo per i più giovani) prendeva il nome di De Martino. Nel campionato 1971/72 si ritrova in prima squadra voluto dai mister Lauro Toneatto e Luciano Pirazzini. Il presidente del Club Angelo De Palo stravede per lui e Totò cerca di ripagarlo nel miglior modo possibile: costruire gioco con millimetrica fantasia, spesso però viene fatto giocare arretrato.

L’esordio in B con il Bari nel 71 contro il Novara

L’esordio avviene alla settima giornata il 7 novembre 1971 contro il Novara e precisamente al 66′ quando sostituisce un calciatore affermato, il brasiliano Faustino Canè. Il Bari vince con un gol al 90′ di Marmo su un’azione iniziata da Lopez. Quell’ anno realizza due reti una delle quali nel pareggio esterno con gli acerrimi rivali del Foggia. L’anno dopo è quello più buio con solo cinque presenze e un allenatore, Regalia che non si convince della classe di Totò Lopez. Finisce in C prende per mano il Pescara e lo porta tra i cadetti realizzando tre reti. Nel campionato 1974/75 Totò inizia la nuova avventura in B con gli abruzzesi ed esordisce nella trasferta alla Favorita. La gara finisce 1-1 ma Lopez Nobili, Zucchini e Ciampoli sono i migliori in campo. Il Pescara di mister Rosati a fine anno si classifica decimo, obiettivo salvezza raggiunto.

Lopez in maglia biancazzurra del Pescara

Alla Lazio la svolta della sua carriera

A quel punto arriva la chiamata a cui Lopez non poteva dire di no: suona al citofono la Lazio. L’inizio non è dei migliori. Con mister Corsini esonerato dopo 7 partite e la squadra al 13° posto. Viene richiamato Tommaso Maestrelli ma Lazio non cambia passo. Squadra troppo lacerata dai clan interni nonostante delle individualità elevate tra cui Giordano, Re Cecconi, Garlaschelli, D’Amico, Wilson, Martini e il portiere Pulici. Lopez che di D’Amico ne è la copia è costretto a giocare spesso decentrato. La Lazio non retrocede in B per migliore differenza reti rispetto all’Ascoli e nell’ ultima giornata succede di tutto con l’Ascoli che pareggia con la Roma all’ Olimpico e la Lazio che pareggia 2-2 a Como dopo essere stata in svantaggio per 0-2. L’anno dopo 1976/77 con Vinicio in panchina, Lopez gioca una decine di gare spesso subentrando a D’Amico. Poi altri tre anni nella Lazio ma mai diventa un vero e proprio leader.

Al Palermo alla corte di Mister Cadé

A Palermo nel campionato 1980/81 arriva mister Cadè per salvare i rosa che partono da -5 a causa della penalizzazione rimediata per il caso calcioscommesse. Il Palermo cede alla Lazio Citterio per Ammoniaci e De Stefanis e poi successivamente sempre dai bianco azzurri arriva Lopez. In quel Palermo c’è gente tosta, di categoria come Silipo, Vailati, Gasperini, Di Cicco e Pasciullo. In Coppa Italia il Palermo rischia di qualificarsi battendo Inter, Milan e Catania ma perdendo l’unica partita, all’ ombra del Monte Pellegrino con l’Avellino di Tacconi e Vignola. L’intesa tra De Stefanis e Lopez è micidiale, i due con Vailati e Gasperini formano un centrocampo da Serie A.

Contro l’ex squadra la partita perfetta

In campionato il Palermo parte con l’obiettivo della salvezza e con cinque punti di penalizzazione da recuperare il prima possibile. E con chi esordisce il Palermo? Proprio con la Lazio all’ Olimpico dove Lopez che ha il dente avvelenato, gioca la partita perfetta. Finirà 1-1, con la Lazio che pareggia con Mastropasqua su rigore soffrendo e recuperando il precedente gol di Lamia Caputo. Il Palermo farà un campionato più che sufficiente concludendo al 14° posto a +1 dal Vicenza che retrocede con 33 punti. Palermo che senza la penalizzazione si sarebbe classificato al 7 posto. Nove vittorie, otto sconfitte e ben 21 pareggi e con la ciliegina sulla torta del 3-1 in casa con il Milan quella partita rimasta famosa per i tre gol di Calloni ex rossonero. Ma in quella partita in un Palermo perfetto Lopez giocò una partita perfetta con geometrie applaudite ad ogni tocco di palla da un pubblico entusiasta. Lopez che segnerà anche due gol nell’ ultima parte di stagione sarà confermato a furor di popolo.

Arriva Mister Renna per portare il Palermo in A

L’anno dopo arriva mister Renna con un obiettivo ben chiaro e per la verità mai nascosto, di portare il Palermo in serie A da dove mancava da quasi un decennio. E in quel campionato, 1981/82, il Palermo l’avrebbe davvero meritato la Serie A. Lopez realizzerà quattro gol ma non è questo solo il grande merito di Totò che gioca trentacinque partite sempre con livelli alti di rendimento. Le partite da ricordare? Tante! Giocatori da ricordare? Tutti! Palermo spettacolare a Brescia 2-3 con Lopez che si fa applaudire dai tifosi delle rondinelle segnando anche un gol. La vittoria a Roma con la…Lazio!, con uno 0-3 dove le reti di De Rosa e Montesano sono geometricamente ideati e progettati da Totò. E la vittoria in casa, indimenticabile, con il Verona con la rete di De Rosa e un Lopez che fece impazzire Fedele, Tricella e Valente. Le due sconfitte consecutive in trasferta con Pisa e Varese e il pareggio precedente casalingo con la Pistoiese 1-1 alla Favorita rallentarono di molto la corsa verso la Serie A dei rosa che nelle ultime giornate ebbero un crollo Palermo-Catania 1-0 (0-2 a tavolino), Palermo-Reggiana 1-1, Lecce Palermo 2-1. Lopez sarà uno di quelli che mollerà per ultimo per un campionato che fece comunque sognare i tifosi rosa. La stagione successiva 1982/83 fu molto complicata, per una rosa più forte dell’anno precedente ma che riuscì ad ottenere una sofferta salvezza e per giunta nell’ ultima giornata grazie all’ 1-1 finale a Campobasso dopo che la giornata precedente il pubblico rosa aveva visto l’inferno della C quando il Bari alla Favorita era passato in vantaggio con Bagnato e poi raggiunto da Montesano nei minuti finale grazie ad un’ azione ben orchestrata da Odorizzi e Lopez. Per il buon Totò sembrava che la parabola sia discendente. ma non sarà così. Anzi sarà protagonista di un vero e proprio miracolo sportivo nella sua Bari.

La sua storia con il Bari

Lascia Palermo, lascia la B e si catapulta nell’ inferno della Serie C. Lo aspetta Bruno Bolchi per riportare nel calcio che conta i galletti appena retrocessi. La stagione è 1983/84 e Totò trova calciatori che in C sono un lusso: Paolo Conti, portiere ex Roma, Cavasin, i due Loseto, Sola, Galluzzo e Gabriele Messina. Per la corazzata barese sarà una cavalcata verso la B con 16 vittorie, 13 pareggi e 5 sconfitte. L’unico neo all’ ultima giornata con la sconfitta pesante a Taranto per 4-0 che però sancisce la promozione per i rossoblù (con il Bari già primo matematicamente). Ma il miracolo sportivo non riguarda solo il campionato. In Coppa Italia il Bari vola. Nel girone iniziale il Bari finisce primo a pari merito con la Juve e si qualificano entrambi. Il Bari vince a Taranto 1-0, poi quattro pareggia in casa con la Juve 2-2 (doppietta di Gabriele Messina) con Catanzaro 0-0 e con la Lazio e in trasferta a Perugia 0-0. Nel secondo turno i galletti ritrovano nuovamente la Juve di Platini e il Bari (ricordiamo, si trova in C ) a Torino scrive la storia: qui succede l’imprevedibile con la vittoria per 1-2, in rete il solito Messina poi Scirea e al 90′ Lopez manda in delirio i tifosi pugliesi. Al ritorno a Bari partita incredibile vanno in rete ancora Messina poi Platini e Tardelli, e ancora al 90′ Lopez su rigore. Ai quarti il Bari elimina la Fiorentina ma in semifinale dovrà arrendersi al Verona. Il record di una squadra di serie C in semifinale di coppa Italia del Bari e sarà eguagliato dall’Alessandria ma solo molti decenni dopo. Il Bari di Lopez dunque in B ma ci resterà poco, solo un anno, perché con una imperiosa galoppata vince il campionato cadetto con la certezza matematica nell’ ultima giornata battendo il suo ex Pescara per 2-0. Lopez sarà il protagonista assoluto di quella promozione in A alla pari di Bivi, Bergossi, Piraccini. Lascia il Bari dopo la festa promozione per la Serie A e va al Taranto in C prendendo per mano i rossoblù di Ezio Capuano e portandoli in B.

Con la maglia della Lazio