Tra sviste e polemiche continue, come migliorare l’uso del Var nel calcio?

di Alessandro Teri

E pensare che il Video Assistent Referee, meglio conosciuto con l’acronimo di Var, avrebbe dovuto offrire uno strumento di chiarezza per sgombrare il campo da ogni inutile polemica nel calcio. Però l’occhio elettronico è in funzione nel campionato italiano di Serie A dalla stagione 2017-18, e nonostante la sua applicazione sia ormai senza possibilità di ritorno al passato, i vantaggi attesi non si vedono ancora, soprattutto in termini di chiarezza delle decisioni. Ad ogni giornata c’è un ulteriore caso sospetto, e se riguarda una delle squadre che si giocano lo scudetto, apriti cielo. È il caso di Inter – Verona di sabato scorso, con quella che sembra proprio una gomitata di Bastoni nei confronti di Duda, che vizia l’azione del decisivo 2 a 1 nerazzurro, non vista, o almeno non sanzionata dalla coppia formata da Fabbri e Nasca, rispettivamente arbitro e addetto al Var nella partita di San Siro.

Crescono i rancori tra tifoserie

Negli ultimi due giorni non si è fatto che parlare della mancata segnalazione che ha finito per favorire gli interisti, ma nella settimane passate gran risalto hanno avuto episodi ugualmente dubbi, come il rigore non dato al Bologna contro la Juventus, o il fallo di mano che avrebbe invalidato il gol della vittoria del Milan sul Genoa. E l’elenco, c’è da scommetterci, si allungherà da qui alla fine del campionato, rinfocolando recriminazioni e rancori tra tifoserie che di certo non si amano, ed avvelenando un clima sempre più caldo.

Protocolli poco chiari

Ma se il Var era stato introdotto proprio per dare un taglio a tutto ciò, allora bisognerebbe ammettere che qualcosa non è andato per il verso giusto. A conti fatti la tecnologia applicata alla revisione in tempo reale delle partite di calcio non ha fatto altro che complicare le dinamiche di gioco, a causa di protocolli poco chiari e che sembrano contraddirsi di volta in volta. Qualcuno dice che il Var è soggettivo, ma se fosse davvero così allora si dovrebbe fare di tutto per renderlo oggettivo, specificando meglio i casi in cui può intervenire, o se necessario limitarlo a quelli giudicabili in modo pressoché certo, come gol non gol, o fuorigioco. Inoltre si potrebbe vagliare la possibilità di inserire un numero di chiamate a disposizione degli allenatori o degli stessi arbitri, per dirimere di volta in volta le situazioni più controverse.

Prendere a modello gli altri sport

Sarebbe pure indicato prendere lezione dagli sport dove la review è utilizzata con evidenti vantaggi, quali volley o tennis. Poi tra gli sport di contatto si potrebbe studiare i casi di basket e rugby. Se lo sport della palla ovale, che vive di contatti a dir poco rudi, si giova del Tmo (Television Match Official) rendendo comprensibili ai più azioni alquanto aggrovigliate, non si capisce perchè nel calcio un semplice fallo non fischiato debba continuare ad essere oggetto di infinite diatribe.