Gino Bartali, il Giusto tra le Nazioni contro la caccia all’ebreo

di Valentino Sucato

Eroe Bartali, campione nelle strade di mezza Europa e nelle strade della Fede. Solo dopo la sua morte è stato svelato un segreto voluto tale da Ginettaccio e che rende ancora di più valore al cattolicissimo campione toscano.

La Curia di Firenze e Bartali contro la caccia all’ebreo

Negli anni bui della “caccia all’ ebreo” e della deportazione nei campi di sterminio, in quel periodo dove tanta era la paura per chi si opponeva al fascismo e alle leggi razziali, alcune frangie della Chiesa s’impegnarono in tutti i modi e rischiando molto, per limitare il massacro nascondendo  anche attraverso falsi documenti cittadini italiani la cui unica colpa (per il regime fascista) era quella di professare l’ebraismo. Bartali era già un campione affermato avendo già vinto a quell’epoca in lungo e in largo quando il ciclismo era uno sport popolarissimo più del calcio. Cosa che lo rendeva amato e osannato. La curia di Firenze chiese aiuto a Bartali che si poteva allenare (quasi) indisturbato per le vie di Toscana e difficilmente sospettabile di prestare aiuto agli ebrei.

I documenti falsi nascosti nel tubo sella

Fu lui a portare documenti segreti da una Chiesa ad un’ altra, documenti falsi nascosti in quei tubi di ferro della sua bicicletta che servivano a dare una nuova identità a bambini, donne e uomini che senza quel sotterfugio erano destinati alla deportazione.Il nome di Gino Bartali è entrato a fare parte della lunga lista di Giusto tra le nazioni.

 

Teresa Orlando

A Misilmeri l’opera di Teresa Orlando

Teresa Orlando un’artigiana misilmerese ha voluto immortalare in un’ opera in vetro (foto di copertina) attraverso immagini iconiche il campione, le sue vittorie, il suo impegno, il suo eroismo.  Un attacco in salita, una vittoria e l’immagine di Auschwitz. Spesso esposta nelle scuole o visitata presso l’azienda di Misilmeri suscita emozioni tra i giovani che non sanno chi sia stato Gino Bartali. E così tra una storia e un’altra si narra come un umile pedale abbia saputo sfidare fascismo, nazismo, crudeltà e morte.