Sei Nazioni, l’Italia tiene solo un tempo nell’esordio contro l’Inghilterra

di Alessandro Teri

Buono a metà l’esordio della nazionale italiana nel Sei Nazioni 2024. Gli azzurri si presentano all’appuntamento con la nuova edizione dello storico torneo, ben figurando per un tempo contro i maestri inglesi, ma devono inchinarsi alla tecnica ed alla potenza fisica dell’Inghilterra in un secondo tempo a senso unico. Quanto fatto vedere dalla squadra guidata dal nuovo commissario tecnico Gonzalo Quesada, quarantanovenne argentino, comunque non lascia l’amaro in bocca, alla fine di una prestazione che ha regalato alcuni buoni spunti. Tra le note positive c’è tra l’altro lo spettacolo offerto dagli spalti dell’Olimpico, con i tifosi azzurri non scoraggiati da un’attesa ormai più che decennale per il ritorno alla vittoria davanti al pubblico romano.

Avvio di marca azzurra

L’Italia parte forte, e dopo pochi minuti siamo davanti 3 a 0 grazie ad un calcio piazzato di Tommaso Allan. L’entusiasmo è palpabile, e al dodicesimo arriva la prima meta azzurra, su una combinazione nello stretto che porta Alessandro Garbisi a segnare l’8 a 0, seguito dalla trasformazione dei 2 punti aggiuntivi. È un boccone amaro per gli inglesi, che però usufruiscono di una punizione per accorciare sul 10 a 3. Poco dopo i bianchi vanno pure in meta con Elliot Daly, ma non centrano i pali e si fermano a 2 punti dall’Italia, 10 a 8. Al venticinquesimo le speranze dei padroni di casa vengono legittimate da un’altra meta, questa volta con Allan che concretizza una bella azione corale. Si va sul 17 a 8, che viene ritoccato dai britannici a seguito di 2 punizioni, che portano tutti negli spogliatoi sul 17 a 14.

Match dai due volti

Il secondo tempo però parte con un’inerzia diversa, e già al quarantaquattresimo Alex Mitchell porta i suoi sul 17-21, segnando la meta che significa primo vantaggio bianco. Poco dopo il cinquantesimo Ford mette ancora tra i pali un calcio piazzato, ed è 17-24. Per gli italiani tutto si fa più difficile, e viene a mancare pure la lucidità, tanto che Allan fallisce una trasformazione da 3 che ci avrebbe portato ancora sotto. I ragazzi di Gonzalo Quesada sono in debito d’ossigeno, e contengono con fatica gli avversari. Non segniamo più, mentre Ford piazza altri 3 punti, e sono 17-27. Gli ultimi venti minuti non dicono più niente. Almeno fino a quando, ad ottantesimo minuto passato, un lampo di Monty Ioane ci regala un’ultima meta, che fissa il punteggio sul 24 a 27.  Alla fine si può dire che sia stata una gara dai due volti, nella quale l’Italia pur tenendo egregiamente per 40 minuti, non riesce a sfatare un sortilegio che dovrà finire prima o poi.

(foto Federazione italiana rugby)