Mondiali Doha, Italia d’argento nella staffetta 4×1500, termina il fondo

di Redazione

L’Italia conquista l’argento con la staffetta 4×1500 che chiude il programma mondiale del nuoto di fondo a Doha. Giulia Gabbrielleschi (15’36″2), Arianna Bridi (16’46″3), Gregorio Paltrinieri (15’01″4) e Domenico Acerenza (16’04″3) si piazzano alle spalle dell’Australia, che vince in 1h03’28″00 grazie allo sprint di Kyle Lee. Bronzo all’Ungheria in 1h04’06″8. Fuori dal podio la Germania in 1h’04’11″6. Resta un pizzico di rammarico, ma la prestazione individuale e di squadra è da applausi. Per l’Italia è il quinto podio iridato consecutivo della staffetta.
L’Italia campione d’Europa si conferma sul podio mondiale dopo il bronzo e la medaglia d’oro iridate delle ultime edizioni. Resta un pizzico di rammarico, per qualche metro perso da Acerenza nella prima rotta della sua frazione, ma la prestazione individuale e d’insieme è comunque super. Al terzo posto si piazza l’Ungheria con Kristof Rasovszky che chiude in 1h04’06″8. Scivola dal podio la Germania con Arne Schubert per il complessivo tempo di 1h04’11″6.

I quattro con la medaglia e in mezzo il tecnico Fabrizio Antonelli

“Abbiamo deciso di invertire le frazioni tra me e Mimmo perché il mio compito sarebbe stato quello di recuperare e il suo di chiudere – racconta Paltrinieri, quinto nella 5 chilometri – La mia frazione è stata molto buona e la strategia ha pagato. E’ stata una grande staffetta. Conquistare la medaglia non è mai facile e noi ci stiamo ripetendo anno dopo anno. Vorremmo che fosse sempre oro, ma non è sempre possibile”.
“Ce l’ho messa tutta – dichiara Acerenza, bronzo nella 5 chilometri come a Fukuoka 2022 – Ho chiesto scusa ai ragazzi perché sono stati bravissimi. Ci siamo divertiti, ci proveremo alla prossima. In fondo lo spirito della staffetta è questo anche se ovviamente mi dispiace non essere riuscito a mantenere il primo posto. Sapevo che sarebbe stato difficile staccare l’australiano. Così come sapevo che sarebbe rimasto nella mia scia. Ho provato nell’imbuto a destabilizzarlo con qualche cambio di direzione, ma è più veloce sul breve e non sono riuscito ad arginarlo”.
“Più di così sarebbe stata dura. Sono contenta – sono le parole di Gabbrielleschi di essere tornata a nuotare la staffetta e di aver offerto una buona prestazione. In queste gare la strategia è molto importante. Anche perché schierando due coppie per genere è necessario gestire bene le frazioni”.
“Sono contenta per la mia frazione. E’ la prima volta che vi partecipo e ho solo da imparare. Questa medaglia è di tutto il gruppo, che ha contribuito al risultato con competitività interna e livello sempre alto”, ha concluso Bridi.

Il racconto della staffetta

Gara frazionata e ambizioni che crescono dopo la prima tranche con il quinto posto di Giulia Gabbrielleschi in 15’36″2 preceduta dall’australiana Moesha Johson di 3″9 e dagli uomini di Taipei, Turchia e Cina. Dietro la statunitense Mariah Denigan (15’42″00), la tedesca Leonie Beck (15’46″5) e l’ungherese Fabian Bettina (15’52″4).
Nel secondo giro Arianna Bridi – alla prima staffetta internazionale mondiale dopo le recenti tappe di Setubal e Funchal di coppa del mondo – chiude col 12esimo tempo complessivo, subendo il ritorno della statunitense Katie Grimes (- 4″7) e della tedesca Celine Rieder (- 3″), con l’australiana Chelsea Gubecka che incrementa il vantaggio a 19 secondi.
L’azzurra nuota un parziale da 16’46″3 e dà il cambio a Gregorio Paltrinieri che ha il compito di risalire il più possibile. Nessuno in gara ha il suo palmares, personale e cambio passo. Il campione di tutto ci mette meno di un chilometro per prendersi la testa della gara con un incedere maestoso. Un’azione favolosa. Nuota in 15’01″4 e mette in fila come motoscafo gli altri natanti: l’australiano Nicholas Sloman (+ 2″7), il tedesco Oliver Klemet (+ 20″9), l’americano Charlie Clark (+ 34″2) e l’ungherese David Betlehem (+ 55″2).
E’ lotta a due per l’oro. Domenico Acerenza aumenta gradualmente il ritmo perché sa che l’australiano Kyle Lee è il più veloce atleta del circuito negli ultimi venti metri. Ci mette cuore, grinta, polmoni, sportella negli ultimi metri per evitare il sorpasso. E’ un testa a testa che porta al fotofinish purtroppo d’argento con frazioni da 16’04″3 contro 16’01″4.

Foto di Andrea Staccioli / Insidefoto – DBM