La Serie A rimane a 20 squadre, bocciata la riduzione voluta dalle big

di Alessandro Teri

L’unione fa la forza, anche nell’assemblea della Lega di Serie A, alla luce della vittoria riportata dalla maggioranza delle società del massimo campionato italiano, che si sono messe di traverso di fronte al colpo di mano tentato dalle big. Juve, Milan, Inter e Roma, non l’hanno avuta vinta sul loro progetto di portare a 18 il numero delle squadre di A, visto il fronte che ha compattato tutti gli altri club, contrari a quello che è stato visto come il tentativo di dare vita ad una “superleghina”, come detto da Urbano Cairo, presidente del Torino.

Una riforma strutturata

I numeri sono stati schiaccianti: 16 contrari, e solo 4 favorevoli, quindi nel documento che la Lega di Serie A consegnerà alla Federcalcio, intenta a dare corpo ad una riforma strutturata del calcio italiano, si raccomanda che la Serie A rimanga a 20 squadre. Eppure sull’asse Milano-Torino si era formata l’alleanza che prefigurava un cambiamento di rotta, un ritorno al passato, ad un campionato più ristretto. Perciò l’iniziativa portata avanti dalle massime cariche juventine, milaniste e interiste, che nelle ore passate avevano incontrato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, mettendo in chiaro i loro desiderata, non ha portato i frutti sperati, avendo avuto dalla loro parte solo l’appoggio della dirigenza romanista.

Maggiore autonomia

Le big, a conti fatti, non sono riuscite a far valere il loro peso specifico, e ciò non era per nulla scontato, pur di fronte ad un muro compatto formato da tutte quelle società che non volevano rischiar di perdere la loro fetta di introiti. Ma superata questa divisione ci sarà modo di ricompattarsi, nella partita che ora si gioca sul peso che la Lega di Serie A vuole avere rispetto alla Figc nel nuovo assetto del calcio nostrano, puntando ad una maggiore autonomia, sul modello del calcio inglese.